Reggio: la nuova residenza collettiva voluta dalle suore del Buon Pastore

Appartamenti per persone fragili proposti a canone ridotto

La residenza collettiva “Beata Maria Droste” è un frutto dell’Anno della Misericordia.
Attraverso questo edificio le suore del Buon Pastore intendono partecipare concretamente alla richiesta di papa Franceso di vivere le Opere di misericordia non solo con l’invocazione della preghiera ma anche con azioni a favore di chi si trova in difficoltà spirituali ed economiche. La nuova residenza ha un ingresso indipendente su via Ceccati a Reggio Emilia ed è inserita nel parco dell’istituto del Buon Pastore. La struttura sorge vicina al convento (che si apre invece su via Rossa) e dalla comunità delle suore trae idealmente il suo sostentamento, come un nuovo germoglio.
Nel carisma delle suore del Buon Pastore vi è il sostegno alle persone deboli, umili e fragili, in particolare a donne sole con figli, e la nuova residenza rende ancora possibile, anche se in forma nuova, questa apertura all’accoglienza.
Per volontà delle religiose è infatti aperta a persone e a piccoli nuclei familiari che stanno vivendo un temporaneo momento di difficoltà, a cui è chiesto un affitto contenuto.
La comunità reggiana delle suore del Buon Pastore è composta attualmente da 14 suore, prevalentmente anziane e malate, ed è guidata da suor Ester Gervasi. Le suore attive, oltre a prendersi cura delle consorelle anziane, curano l’ospitalità a donne lavoratrici provenienti dal sud Italia con contratto di lavoro precario e collaborano con il progetto “Maria di Magdala” offrendo accoglienza, in un piccolo appartamento, a giovani donne in difficoltà e ai loro bambini.

Sabato 10 giugno, due giorni dopo la memoria liturgica della beata Maria del Divin Cuore (Maria Droste), monsignor Paolo Rabitti, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, ha inaugurato i nuovi locali e ha benedetto gli occupanti insieme ad amici e parenti.
La mattina inaugurale si è aperta con la Messa presieduta dall’arcivescovo Rabitti e concelebrata da don Giuseppe Dossetti, parroco dell’unità pastorale Santa Maria Maddalena, e da don Alberto Rabitti, fratello di Paolo e ministro festivo presso l’istituto religioso.

Leggi tutto l’articolo di Emanuele Borghi su La Libertà del 17 giugno

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