La notizia rimbalza sui media e sui social: diversi i casi di adolescenti caduti nella trama del nuovo “gioco” trend che manipola i giocatori e porta al suicidio. Si chiama Blue Whale, ossia Balena blu.
In una prima fase del gioco, alla vittima viene chiesto di alzarsi nella notte e uscire di casa, fare dei selfie in situazioni particolari e pericolose, come stare in piedi sul ciglio del tetto di casa, andare in luoghi isolati, entrare in un cimitero di notte, restare tutta la notte svegli a vedere film horror e ascoltare messaggi psichedelici. Poi subentrano richieste di autolesionismo, ovviamente da filmare e postare online. L’ultimo step porta alla morte: viene chiesto di salire sul palazzo più alto nel luogo dove la vittima vive, e di saltare nel vuoto.
In Russia, in sei mesi, ha portato al suicidio 157 adolescenti. Grazie alla rete il “gioco” e la sua applicazione si stanno diffondendo rapidamente.
Blue Whale è una macabra spirale, una sfida autolesionistica guidata da folli che si fanno chiamare tutor e contattano adolescenti attraverso profili falsi o anonimi, invitandoli a cimentarsi in 50 prove di pericolosità crescente, a cui non possono sottrarsi per una serie di eventuali ritorsioni paventate.
Inutile controllare il cellulare dei propri figli: questi tutor riescono a cancellare qualsiasi traccia di contatto avuto con il soggetto/giocatore.
Una studentessa 14enne di Ravenna è stata salvata dall’intervento della polizia; altre due ragazzine strappate in tempo al gioco della morte a Como. L’allarme è in tutta Italia, e secondo il Comitato Scientifico della Fondazione sulle Neuroscienze, avrebbe già interessato più di 2.000 giovani. La Polizia postale conferma una cinquantina di casi e due fascicoli aperti da differenti Procure.
Continua a leggere tutto l’articolo di Mario Colletti su La Libertà del 3 giugno