Cattolici cinesi, a Reggio il cappellano

Incontro con don Pietro Sun, sacerdote da 25 anni

Don Pietro Sun è arrivato da Roma a Reggio Emilia in una data molto significativa: era l’11 maggio, memoria del Servo di Dio Matteo Ricci (1552-1610), gesuita, matematico e soprattutto straordinario evangelizzatore della Cina all’epoca della dinastia Ming.
Oggi i tempi sono cambiati e tanti cinesi li troviamo in casa nostra, spesso dietro i banconi del bar o al mercato, tra gli ambulanti: secondo i dati Istat 2016 sono quasi seimila in provincia, di cui 3.145 nel Comune capoluogo. A questi, per completare il quadro diocesano, ne vanno aggiunti circa 200 residenti nel Sassolese. I territori con la maggiore concentrazione, dopo Reggio, sono Novellara, Correggio e Rio Saliceto.

IMG-20170523-WA0004Quanti i cattolici? Pochi, pochissimi forse, ma ora nella parrocchia di San Francesco di Paola a Ospizio, nell’unità pastorale San Giovanni Paolo II, abita il loro cappellano. È una grande notizia. E, come a scuola, si comincia dall’appello: quanti – lettori del giornale diocesano, parroci, catechisti… – volessero segnalare a don Pietro la presenza di cattolici cinesi dalle loro parti, lo segnalino (anche a noi, faremo da tramite volentieri) e il sacerdote cercherà di mettersi in contatto con loro. Siamo agli albori di una nuova comunità etnica cristiana, che speriamo di vedere crescere, anche con l’aiuto della preghiera di tanti.
Così siamo venuti a incontrare don Pietro in canonica, dopo la celebrazione mattutina della Messa che ha presieduto a San Maurizio. In Cina guida la macchina, qui non ancora: deve studiare per la patente, ma l’intraprendenza non gli manca. È l’unico cappellano cinese in Emilia. La scelta della nostra città, maturata in seno alla Conferenza episcopale con l’interessamento attivo del vescovo Massimo Camisasca e del vicario urbano don Giuseppe Dossetti, non appare casuale: la provincia di Reggio è quella che in regione presenta la comunità più numerosa, davanti a Bologna per qualche centinaio di unità e seguita a distanza da Modena e Forlì-Cesena con numeri dimezzati rispetto a quelli reggiani.
L’individuazione della sede è caduta su Ospizio – come spiega il direttore dell’Ufficio diocesano “Migrantes”, il diacono Francesco Braghiroli – tra diverse candidature, ma se come collaboratore pastorale don Pietro è legato all’unità pastorale guidata da don Pietro Adani, peraltro direttore del Centro Missionario, la sua opera di edificazione spirituale della comunità cattolica cinese si estende evidentemente a tutta la diocesi. Con un primo appuntamento allargato, che ci presenta lui stesso: la Messa a Ospizio di domenica prossima. (GUARDA L’INTERVISTA)

All’anagrafe si chiama Genrong Sun…
Sì, Pietro è il nome di battesimo. In Cina vengono scelti i nomi dei santi più famosi, quasi sempre Pietro, Paolo, Giuseppe e in qualche zona Antonio, per i maschi. Per le femmine solo Maria e Teresa…

Da dove viene?
Sono nato il 4 gennaio 1966 nella città di Hongdong e sono un sacerdote cattolico della diocesi di Linfen, nella provincia dello Shanxi. Nel 2000 il vescovo Massimo ha visitato la nostra diocesi.

È una terra di antica evangelizzazione?
Nella nostra provincia ci sono otto diocesi; fino a trecento anni fa erano solo due, una a nord e una a sud. Dopo l’impulso di Matteo Ricci, sono arrivati i francescani e il cristianesimo è diventato più popolare. Oggi i cattolici sono l’1% degli abitanti: circa 300.000 persone su una popolazione di 30 milioni. Nella diocesi di Hongtong sono 30.000.

Continua a leggere tutte l’intervista realizzata da Edoardo Tincani a don Pietro Sun su La Libertà del 27 maggio

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