E’ salito a 286 unità il numero degli occupati all’interno della cooperativa sociale L’Ovile.
Il bilancio 2016 evidenzia così un aumento del 18,8% sul versante dell’occupazione, cui corrisponde anche un sensibile aumento del fatturato, che si è portato da 8 a 9,78 milioni.
“Una crescita – sottolinea il presidente della cooperativa, Valerio Maramotti – sulla quale ha inciso la fusione con la cooperativa sociale “Il Villaggio” (oltre 900.000 euro di fatturato) avvenuta nell’estate scorsa, ma soprattutto quella ulteriore diversificazione delle attività che ci ha consentito – come è nei nostri obiettivi – di ampliare ulteriormente il numero dei soggetti svantaggiati inseriti in attività produttive e di servizio, che oggi rappresentano il 45% dei lavoratori rispetto al 40% del 2015″.
“Un impegno per l’inclusione di chi sconta le maggiori fragilità sul mercato del lavoro – prosegue Maramotti – che lo scorso anno si è concretizzato anche in 177 tirocini formativi e in 8 corsi di formazione che hanno consentito ad una trentina di persone di trovare occupazione in altre imprese del nostro territorio”.
Per quella che rappresenta una delle realtà di punta della Confcooperative nella solidarietà sociale, il 2016 ha registrato anche una rilevante crescita del numero dei soci, che si sono portati a 295 unità, con un’incidenza del 37% dei soci-lavoratori svantaggiati nella compagine sociale.
“Sono cifre – spiega il presidente de L’Ovile – che evidenziano il senso del lavoro ultraventennale della cooperativa, tuttora impegnata nel rafforzamento delle collaborazioni con realtà pubbliche, imprese profit dell’industria e dei servizi (alle cui commesse si lega il 70% del fatturato) e mondo del no profit, cui si associa il lancio di nuovi progetti e il consolidamento di alcune aree di servizio nelle quali si realizza la migliore combinazione tra capacità competitiva e possibilità di inclusione lavorativa a favore di persone segnate da fragilità e più esposte al rischio di emarginazione”.
Tra queste spicca il segmento dei servizi di igiene ambientale, che per L’Ovile rappresenta il 35% del fatturato (quota attestata al 32,5% nel 2015) e, soprattutto, impegna il 40% dei dipendenti, con un’incidenza del 56,6% di quanti presentano condizioni di svantaggio.
Quasi il 22% dei lavoratori de L’Ovile (con un’incidenza del 53,2% di quelli svantaggiati) è poi stato impegnato nel campo delle pulizie (11% del fatturato); il 13,64% nelle lavorazioni industriali (dove la percentuale di svantaggiati sale al 64,10% e l’incidenza sul fatturato è del 10%), mentre la parte restante si è suddivisa tra ristorazione e commercio al dettaglio (7% del fatturato), servizi su salute mentale, carcere e attività socio-occupazionali (22% l’incidenza sul volume d’affari), percorsi di educazione alla sostenibilità ed economia solidale.
In campo assistenziale, tra l’altro, L’Ovile ha realizzato l’accoglienza di 50 persone in 7 strutture dedicate alle persone in riabilitazione psico-sociale o in misure alternative alla detenzione, ha accolto 56 persone nei propri centri socio-occupazionali, ha assicurato 985 accessi all’Ufficio stranieri nel distretto di Castelnovo ne’ Monti e ha assistito 124 persone che si sono rivolte al Centro di mediazione sociale e dei conflitti aperto nel comune capoluogo.
Sempre nel 2016, L’Ovile ha riaperto l’edicola dell’Ospedale S. Maria Nuova ed ha avviato due nuovi progetti di lavoro nel carcere di via Settembrini in collaborazione con il salumificio F.lli Veroni, l’amministrazione carceraria e il Comune di Reggio Emilia.