In Cattedrale una reliquia del beato Luigi Novarese

Verso la Giornata diocesana del Malato (11 giugno)

La nostra Diocesi ha dato alla Chiesa e alla società eminenti figure di uomini e donne che hanno dedicato la loro vita ad annunciare il Vangelo e a prendersi cura dei malati, dei sofferenti, dei più fragili e scartati dalla collettività. Don Mario Prandi, suor Maria Giubbarelli, don Dino Torreggiani, don Alberto Altana, per citare i più noti.
Meno conosciuta è la presenza in città di una vivace sezione del Centro Volontari della Sofferenza fondato da monsignor Luigi Novarese (foto), nato a Casale Monferrato il 29 luglio 1914, sacerdote il 17 dicembre 1938 dopo una lunga malattia. Su invito di monsignor Giovanni Battista Montini, iniziò a lavorare presso la Segreteria di Stato della Santa Sede dove rimarrà fino al 12 maggio 1970. Il 17 maggio 1943, per venire in aiuto ai preti infermi, feriti o comunque bisognosi a causa della guerra, don Novarese fondò la Lega Sacerdotale Mariana. Esattamente quattro anni dopo, anche in seguito all’incontro con Elvira Myriam Psorulla – una giovane impiegata nata ad Haifa, in Palestina, che ha raggiunto Roma per curare lo zio – diede l’avvio ai Volontari della Sofferenza, l’associazione nella quale il sacerdote insegna agli ammalati a pensare in modo nuovo se stessi e la malattia.

Nel 1950 don Luigi tenne a battesimo la fondazione più importante, i Silenziosi Operai della Croce, un’associazione di anime consacrate, “uomini e donne, sacerdoti e laici” impegnati a illuminare gli ammalati sul senso cristiano del dolore e a sostenerli attraverso opere assistenziali e di recupero professionale.
Nello stesso anno pubblica per gli iscritti al Centro Volontari della Sofferenza, il mensile L’Ancora, canale di comunicazione tra gli ammalati. Allo scopo di rendere più efficace l’accompagnamento degli infermi, sempre nel 1952, Novarese creò la quarta associazione, i Fratelli e Sorelle degli ammalati, persone sane che si inseriscono nell’apostolato del malato, condividendo lo stesso programma spirituale e sostenendolo nelle sue necessità.

Leggi tutto l’articolo di Ivano Argentini su La Libertà del 20 maggio

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