Sotto lo sguardo di Maria, le stelle di un cielo riflesso

Circa cinquemila pellegrini hanno partecipato alla processione dalla Ghiara alla Cattedrale

C’è un popolo cristiano, a Reggio Emilia-Guastalla, che nel nome di sua Madre scende in strada, si muove compatto in preghiera, si raduna come un gregge intorno al pastore che l’ha chiamato. Un popolo pellegrino, tale è la Chiesa su questa terra, che però si sente a casa nello sgranare i misteri del Rosario, nell’attraversare adagio il centro storico dietro di Lei, nel ritrovare nel cuore e sulle labbra parole antiche di devozione, come quelle dei canti mariani di questo 13 maggio 2017: È l’ora che pia, Santa Maria del cammino, O Santissima, Dell’aurora tu sorgi più bella, Andrò a vederla un dì, Salve Regina, in un crescendo di fede e di partecipazione che culmina con il Magnificat e con la concisa antifona del tempo di Pasqua, Regina coeli. (clicca e guarda tutte le foto)
Osservato nel suo impressionante distendersi – per il lungo su corso Garibaldi e in via Emilia Santo Stefano, e per il largo su piazza del Duomo – questo popolo è una porzione di cielo riflessa sulla terra, un firmamento rovesciato, dove il sole è Cristo, la luna è Maria e le stelle sono le candele che punteggiano la processione, illuminando volti e stendardi, per sollevarsi ogni volta che si acclama Ave Maria! sulla melodia di Fatima che annuncia i misteri gloriosi.
Un orizzonte sereno, in questa serata finalmente degna di maggio, prima calda poi tiepida, sbocciata improvvisamente dopo settimane di meteo capriccioso e di nuvoloni.
Cielo e terra sono anche i simboli di questo misterioso incontrarsi, per amore della stessa Donna, di così tante vite e così diverse fra loro.
Da una parte all’altra del corteo, in testa come in coda a uno stuolo formato da circa cinquemila reggiani, si intrecciano per un momento piacevolmente prolungato adulti e anziani, bambini e giovani, famiglie e single.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 20 maggio

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