Continua il percorso di graduale esposizione del patrimonio di opere contemporanee custodite dai Musei civici, normalmente non visibile al pubblico, che accompagna il riallestimento delle collezioni artistiche al secondo piano del Palazzo dei Musei.
Dopo la mostra Tutto quadra che al terzo piano propone oltre 500 dipinti provenienti dai depositi, ha inaugurato ‘Tutto tondo’, esposizione dedicata al patrimonio di sculture e installazioni. Si tratta di 90 artisti e 203 opere, anche queste provenienti dai depositi e da anni non visibili al pubblico.
Con questo nuovo allestimento viene quindi reso nuovamente fruibile il patrimonio novecentesco della collezione dei musei cittadini: 700 opere in rappresentanza di 240 artisti.
Il nuovo percorso trova nella Galleria dei Marmi (antica collezione di memorie della scultura cittadina dai Romani al Rinascimento) il suo naturale luogo di sviluppo, in una inedita dimensione di confronto e di dialogo che accende nuove suggestioni e interpretazioni tra passato e presente. Sorprendono il visitatore l’opera di Mimmo Rotella creata per Reggio Emilia nel 1984, la moto di Pino Pascali, protagonista dell’arte italiana degli anni sessanta, la grande Geografia de un hombre di Marisa Bonazzi ispirata nel 1968 da Che Guevara, l’emozionante Campo di grano di Pietro Mussini.
Sempre al piano primo, inserite nelle collezioni, si impongono le opere di Fabrizio Plessi, Iler Melioli, Giovanni Menada, Marco Gerra.
Il percorso continua poi al terzo piano, entrando nell’allestimento della quadreria. Qui il criterio espositivo scelto è molto semplice, tipicamente museale, organizzato secondo la rigida griglia della cronologia.
Nelle due sale laterali vengono proposti alcuni approfondimenti tematici. Innanzitutto l’omaggio a Renato Marino Mazzacurati di cui i Musei possiedono un importante gruppo di opere donate nel 1974 da Carla Marzi. La sua produzione scultorea, che caratterizza l’autore a partire dagli anni Trenta, lo colloca negli ambienti dell’espressionismo della Scuola romana, avvicinandolo poi al postcubismo antifascista e alle istanze del realismo, evidente nelle sue realizzazioni monumentali che hanno caratterizzato la sua produzione più conosciuta. Trasversale ai linguaggi utilizzati è la perizia con cui Mazzacurati sperimenta le tecniche artistiche della tradizione, che apprende con passione e talento artigianale fin dalla giovinezza e che gli permettono di sbarcare il lunario nei momenti difficili: bronzi, gessi, terrecotte fino alla ceramica e al mosaico sperimentati nell’officina di Enrico Galassi a Villa Giulia.
La sezione “Scultori da riscoprire” vuole sollevare il tema della necessità di portare in luce significative figure di scultori contemporanei che ancora necessitano di essere indagate a livello storico e critico e conosciute dal pubblico. Particolare attenzione viene rivolta all’opera di Galileo Scorticati, di cui si espongono una serie di bozzetti appartenenti alla collezione dei Musei, già catalogati grazie all’iniziativa dell’associazione Amici del Chierici, e una scelta di disegni proprietà della Biblioteca Panizzi. Sono inoltre presentate opere di Casimiro Grasselli, Eligio Sezzi, Bruno Bertani.
La seconda sala, dedicata al tema “La scultura e la città”, presenta in modo emblematico il riferimento ad alcuni dei principali nuclei di sculture presenti sul territorio: i Giardini pubblici (viene presentato il leoncino in terracotta di recente ricoverato alla Galleria Parmeggiani e sostituto da una copia), il Cimitero monumentale (rappresentato da un’edicola funeraria di Riccardo Secchi), il Monumento alla Resistenza (si espongono i bozzetti del Concorso del 1953) fino al progetto di arte contemporanea Invito a (con le opere di Robert Morris, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci). Alla riflessione sull’idea di monumento (troneggia nella sala il bozzetto per l’ottocentesco Monumento a Lazzaro Spallanzani per Scandiano) si accompagna l’ironica operazione con cui nel 1991 Rosanna Chiessi ha invitato cinquanta artisti a creare un “monumento “ a Corrado Costa. Diversi i temi sollecitati: il problema della conservazione della scultura all’aperto, il tema dell’inserimento di opere d’arte contemporanea nei luoghi storici della città, il rapporto tra memoria e creatività suggerito dalla presentazione di una campionatura dei calchi dell’Istituto d’arte Chierici depositati presso i Musei.
La mostra sarà aperta e a ingresso gratuito fino al 3 settembre 2017 con i seguenti orari: apertura invernale: dal martedì al venerdì 9-12; sabato, domenica e festivi 10-13 e 16-19. Orari di apertura estivi (luglio – agosto): dal martedì al sabato 9-12 e 21-23; domenica e festivi: 21-23. Lunedì chiuso.