Saltino: alla Via Crucis partecipati quadri viventi

Anche il Vescovo era alla sacra rappresentazione

Ogni tre anni a Saltino, piccolo paese della pedemontana modenese ma nel territorio della diocesi di Reggio, tanto piccolo che se non stai attento arrivi al cartello stradale che te ne segnala la fine senza accorgerti di esserci passato in mezzo, si organizza una Via Crucis davvero speciale.
La notizia è giunta all’orecchio anche di monsignor Massimo Camisasca durante la Visita pastorale dell’ottobre scorso e il Vescovo ne è rimasto talmente incuriosito da promettere a Brunella Bonilauri, il vero motore di tutta l’iniziativa, che quest’anno avrebbe partecipato anche lui: “Ci credo, quando lo vedo” è stata la risposta, un po’ alla san Tommaso, della pragmatica Bonilauri. Già, perché la signora Brunella, con la sua vita passata ad insegnare fra i banchi delle elementari dell’Appennino modenese, di senso pratico delle cose ne ha una bella esperienza ed è proprio lei che, con l’aiuto di suo marito Domenico (foto dei coniugi nel riquadro), ha avuto l’idea di organizzare questa speciale Via Crucis. (CLICCA E GUARDA TUTTE LE FOTO)
A dire il vero l’idea non è proprio tutta farina del suo sacco; infatti nel vicino paese di Frassinoro da tempo se ne organizzava una simile ogni tre anni e nel 1980 – d’accordo con il parroco di allora, don Carlo Padulini – si è deciso di farla anche a Saltino con una cadenza triennale, proprio per non entrare in concorrenza con Frassinoro e con un’altra simile che si organizzava dall’altra parte del fiume Secchia a San Cassiano.

Continua a leggere l’articolo di Giuseppe Maria Codazzi su La Libertà del 29 aprile

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