Montericco: concerto di Pasqua «Sendino muore» domenica alle 21

Un nuovo progetto dell’Istituto diocesano di Musica e Liturgia

Da qualche anno la collaborazione tra Hospice Casa Madonna dell’Uliveto e Idml “Don Luigi Guglielmi” si esplica nella realizzazione di testi e musiche ispirati ai temi della malattia, del fine vita, delle cure palliative, del rapporto con la morte.
Ricordiamo, tra gli altri, “Oscar e la dama in rosa” di E.E.Schmitt, “L’ultima lezione” di R. Pausch, “Il giorno dopo non morì nessuno” liberamente tratto da “ Le intermittenze della morte” di J. Saramago.
Domenica di Pasqua 16 aprile, alle ore 21, presso la chiesa della Madonna dell’Uliveto a Montericco, nell’ambito della rassegna Phos hilarón, verrà presentato “Sendino muore” ispirato al racconto di Pablo d’Ors pubblicato nel 2015 da Vita e Pensiero.
Ingresso libero.
Pablo d’Ors è sacerdote cattolico ed affermato scrittore madrileno. Nel 2014 papa Francesco lo ha nominato consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Come scrittore ha raggiunto una grande notorietà con la sua “Trilogia del silenzio”. Da ricordare anche “Le avventure dello stampatore Zollinger” e “L’oblio di sé”.

Il racconto
D’Ors conosce Africa Sendino durante la sua opera di accompagnamento dei malati terminali come cappellano ospedaliero; Sendino è una dottoressa che scopre di avere un male incurabile e si ritrova a passare, nel suo stesso ospedale, dal ruolo di medico a quello di malato.
Il suo cammino diventa, per d’Ors e per chi le si avvicenda accanto nei suoi ultimi mesi, una “esperienza esemplare”. Sendino affronta la malattia con una fermezza d’animo e una eleganza che evocano una vita interiore fuori dal comune. Nel libro si racconta la vera eredità di questa donna: mostrare che si può crescere in umanità anche quando si sta perdendo la vita; far diventare la propria malattia un beneficio per chi ci è vicino; imparare a permettere che gli altri si occupino di noi. Un diario solo apparentemente di morte; una esperienza di Resurrezione.

“Nel lavoro di riduzione del testo”, spiega Francesca Grisenti, “io e Alberto abbiamo agito in più fasi: siamo partiti da una ricerca che ha lavorato prima sui dialoghi scarni, per entrare in contatto con i personaggi, per poi riaprici, in una seconda fase, al recupero della profondità riflessiva che si sviscera lungo l’intensa narrazione dell’autore. Volevamo infatti mantenere la freschezza dell’incontro senza però perdere la forza delle riflessioni che si sviluppano da un contatto diretto con la malattia. Scrive d’Ors: «Il malato che visito e di fronte al quale mi trovo non è un altro: sono io stesso». Nella riduzione del testo dunque abbiamo cercato di mantenere intatto questo ritrovarsi. Un lavoro intenso, perché Sendino guidata da una fede salda che la malattia rafforzerà sempre di più nel suo duro cammino, con la sua storia, spinge ‘a fare i conti con se stessi’ e questo volevamo che passasse in ogni momento”.

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