«Ho costruito il mio sogno mattoncino su mattoncino»

RICCARDO ZANGELMI ha trasformato la sua passione in lavoro. Soltanto 14 in tutto il mondo i creativi come lui, è l’unico artista italiano «Lego Certified»

Ha inaugurato la sua nuova opera, “Magic Bunny”, giusto una settimana fa, alla Triennale di Milano, all’interno della 10a edizione della mostra “Giro Giro Tondo – Design for Children”. Una scultura nata dal design dell’architetto Stefano Giovannoni e realizzata in collaborazione col suo studio. Riccardo Zangelmi, reggiano, 36 anni a settembre, è uno dei 14 “Lego Certified Professional” (unico italiano) che in tutto il mondo realizzano vere e proprie sculture per conto dell’azienda danese. Sì, proprio quella che con la sua miriade di proposte, collezioni e “filoni tematici” fa impazzire i bambini di tutto il mondo (non solo loro, a dire il vero), immettendo sul mercato kit di pezzetti componibili coi quali, nel corso di qualche decennio, generazioni di piccoli “ingegneri” si sono allenati. Ce n’è per tutti i gusti, le età, i livelli di difficoltà; si spazia dalle serie che ricreano personaggi ed ambientazioni di cartoni o saghe di colossal cinematografici, a dettagliatissimi modelli di mezzi di trasporto, velivoli e quant’altro, dai videogame a scrupolose riproduzioni dei monumenti-simbolo delle più importanti metropoli del globo. L’ultima creazione di Riccardo, vero e proprio “testimonial vivente” di questa passione che ha saputo e potuto trasformare nel suo lavoro, è un gigantesco “coniglione” color arancio che fa capolino da un voluminoso cilindro lilla e che ispira simpatia al primo colpo d’occhio (e Riccardo, da buon conoscitore dei social quale è, nelle settimane precedenti era riuscito a generare anche una certa attesa fra i suoi sempre più numerosi estimatori e follower, attraverso l’hashtag #followthebunny…). Nel frattempo sta mettendo a punto una serie di sue opere a tema artistico per un’esposizione che va prendendo forma (è proprio il caso di dirlo) e che un domani farà parte della “Personale 2018-2019”. Del resto, sulla sua pagina Facebook – “Riccardo Zangelmi Art” – e in Rete, scorrendo la gallery delle sue opere ci si può già imbattere in un nutrito campionario di manufatti realizzati con sorprendente maestria: una pellicola cinematografica che esce dal suo rullo-bobina, una fiammante auto sportiva, un maestoso cigno bianco, un moto-bolide di dimensioni pressoché reali… Può riprodurre veramente qualsiasi cosa. Ultimamente la sua popolarità è in crescita. Già alla fine dell’anno scorso iniziava a farsi conoscere a livello nazionale. Specie da quando la redazione di wired.it, avamposto online del famoso magazine statunitense, gli ha dedicato un servizio sul numero del 30 settembre 2016, o quando, due mesi più tardi, è stato invitato negli studi milanesi di Radio Deejay a raccontarsi nel corso della trasmissione “Via Massena” condotta da Vic, Marisa e Federico Russo (e a seguire, per non farsi mancare nulla, selfie di rito con Linus e Nicola Savino). Anche noi sentendone parlare così tanto – e così bene – abbiamo voluto conoscere meglio e più da vicino questo talentuoso figlio della terra reggiana.

Riccardo, sei nato a Reggio e cresciuto nel quartiere Belvedere. Che rapporto hai con la tua città natia e con la zona in cui hai trascorso infanzia e giovinezza?
Vivo ancora a Reggio Emilia, anche se non abito più a Belvedere, ma quel quartiere lo porto sempre nel cuore, lì ci sono le mie radici e la mia storia. Amo molto la mia città, è un luogo a misura di persona, un posto “da vivere”… Per esempio, in bicicletta. E questo lo ritengo un aspetto molto positivo.

Leggi tutta l’intervista di Matteo Gelmini a Riccardo Zangelmi su La Libertà dell’8aprile

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