ADMO: 2016 straordinario… con l’intento di replicarlo

Nella foto di copertina si riconoscono Federica Marzi (prima da sinistra, presidente di Admo Reggio Emilia) e Federica Biasion (biologa e operatrice di Admo Regionale Emilia Romagna)

Incontro con la responsabile della Sezione reggiana

Guarito dalla leucemia, grazie al midollo osseo ricevuto da un generoso e anonimo donatore… L’ultima storia del genere che ha avuto buon risalto sui giornali è di qualche giorno fa, quando un 39enne di Vicenza, attraverso la bacheca virtuale del suo profilo Facebook, ha voluto far giungere il suo grazie tramite il web a quel misterioso salvatore che senza sapere chi fosse il ‘destinatario’, con un gesto disinteressato gli ha messo a disposizione una ‘sacca’ del suo sangue contenente quelle cellule staminali emopoietiche che poi, entrate in circolo, lo hanno fatto uscire dal tunnel della malattia. La notizia, comparsa dapprima sul “Corriere del Veneto”, è rimbalzata sui social e virtualmente di bocca in bocca, sino ad assumere risonanza nazionale nel momento in cui lo stesso “Corriere della Sera” l’ha rilanciata. Stiamo parlando di una delle regioni, il Veneto, che vanta in questo campo – assieme alla Lombardia, al Trentino e alla nostra Emilia Romagna – uno dei meglio strutturati ed organizzati Registri donatori di Midollo osseo in tutta Italia; terre in cui la cultura del dono è forte ed è andata ulteriormente crescendo negli anni.

Chi gestisce questi database, a loro volta collegati con i principali ‘omologhi’ nel mondo, dislocati per l’intero globo, è l’Admo, un’associazione che in pochi decenni è riuscita ad approntare – su una base quasi tutta di volontariato, su tutto il suolo nazionale – un efficiente sistema per mettere in rete tra loro le singole banche-dati locali (provinciali e regionali), monitorate al “Galliera” di Genova, sede del Registro generale e centro elaborazione di queste ‘informazioni’ medico-sanitarie a livello nazionale. Un vero ‘tesoretto’ di potenziali donatori-salvavita, che aiuta a individuare nel più breve tempo possibile la persona con la più alta percentuale di compatibilità verso un ‘ricevente’, ossia un paziente in attesa di “trapianto” (vedremo poi cosa significa questo termine, che spesso può trarre in inganno facendo pensare a un intervento ‘invasivo’ di tipo chirurgico). Di tutto questo parliamo con Federica Marzi, referente per la Sezione Admo di Reggio Emilia.

Leggi l’intero articolo di Matteo Gelmini su “La Libertà” del 4 febbraio 2017

(Nella foto di copertina si riconoscono Federica Marzi – prima da sinistra, presidente di Admo Reggio Emilia -e Federica Biasion – prima da destra – biologa e operatrice di Admo Regionale Emilia Romagna. A fianco, un banchetto dell’Admo allestito in piazza San Prospero a Reggio Emilia durante una delle tante iniziative di sensibilizzazione organizzate dall’Associazione Donatori Midollo Osseo nel corso del 2016)

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