Maestri della Cattedrale

Elevazione spirituale giovedì 8 dicembre alle 17

Giovedì 8 dicembre, nel IV anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Camisasca, la Cappella Musicale della Cattedrale proporrà alle 17, in Duomo, l’Elevazione spirituale “I Mastri del ’900 della Cattedrale”. Questo il programma. Gugliemo Mattioli: Ave Maria, SI bemolle, per 2 vv. (SA) e o organo 1894; Tota Pulchra per coro e organo 1897; monsingor Guerrino Orlandini: Ave Vergine dei monti inno alla Madonna della Pietra di Bismantova, in Cantiam con labbro pio 1948; O gloriosa e gran Regina, inno alla Madonna della Ghiara, in Cantiam con labbro pio 1948, p. 185; Primo Iotti (1968): Alleluja Virga Jesse – Iotti; don Savino Bonicelli: Ave maris Stella; Fuga per organo; Pietro Melloni: Salve regina per voce e organo; don Luigi elevazione-spirituale-8-dicembre-2016Guglielmi: Vergine Madre; Ave Maria.
Conosciamo meglio, in questa pagina, gli autori.

Nella storia della musica sacra l’insorgenza di elementi profani raggiunge il suo apice a metà dell’Ottocento, quando gli stilemi del teatro d’opera sembrano conquistare piena legittimazione sotto le volte delle chiese. Con l’intento di rimuovere l’intrusione, di porre un freno al dilagare degli abusi, di rimediare alla decadenza del repertorio, nasce il movimento ceciliano (così chiamato in onore di santa Cecilia, patrona della musica) che propugna e avvia una riforma convalidata da diversi pronunciamenti papali. In sintesi, la riforma rigetta il linguaggio di stampo teatrale, accoglie la restaurazione del canto gregoriano e promuove la rivisitazione del repertorio polifonico dei secoli XVI-XVII. Ben presto le istanze ceciliane si sviluppano anche nella cattedrale e nella diocesi di Reggio Emilia, in virtù dell’orientamento liturgico tracciato a fine secolo dal vescovo Vincenzo Manicardi. Questi, assai sollecito ad attuare il regolamento per la musica sacra emanato nel 1884 dalla romana Congregazione dei riti, si rivela in più occasioni attento bonificatore di risonanze profane più o meno esplicite che talora insidiano le liturgie della chiesa reggiana. Anche il successore, monsignor Arturo Marchi, non manca di prestare attenzione alle sorti del culto e del canto liturgico, tanto più che gli anni del suo episcopato (1901-1910) coincidono con il culmine della riforma ceciliana, suggellata dal motu proprio di papa Pio X Inter pastoralis officii sollicitudines, emanato nel novembre 1903.
Tre mesi dopo, monsignor Marchi divulga e prescrive a tutte le parrocchie il dettato pontificio, assegnandone l’onere applicativo e ispettivo alla commissione diocesana di musica sacra. E così, al suo ingresso in diocesi (1911) il novello vescovo Eduardo Brettoni può raccogliere i primi frutti di un rinnovamento ormai attecchito anche nelle chiese più decentrate. Tra le sue numerose iniziative pastorali contornate da eccellente supporto musicale bisogna almeno citare il primo Congresso eucaristico diocesano (1922) e la Settimana liturgica diocesana (1933).

Leggi tutto l’articolo di Sauro Rodolfi su La Libertà del 3 dicembre

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