Il via libera ricevuto pochi giorni fa dalla Unione europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari è un grande traguardo per la qualità italiana.
L’etichettatura obbligatoria salva dall’omologazione i formaggi tradizionali realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono di sostenere la straordinaria biodiversità delle razze bovine, patrimonio degli allevamenti locali e italiani – dichiarano i vertici di Coldiretti Reggio Emilia, nel commentare il positivo traguardo raggiunto nonostante la miopia di chi riteneva che le polveri del latte innocue per il settore zootecnico solo perché non impiegabili nella produzione del Parmigiano Reggiano.
«È vero che il disciplinare del Parmigiano Reggiano non consente l’utilizzo di alcun latte che non sia quello prodotto all’interno del comprensorio, con le previste e dovute attenzioni all’alimentazione e all’allevamento bovino, – commenta Fausto Castagnetti, resp. economico della Coldiretti reggiana. Questo però non preclude dai rischi che l’apertura al suo utilizzo, nei prodotti lattiero caseari senza l’indicazione dell’origine, riverserebbe sui consumatori e sulla loro percezione della qualità».
Il via libera comunitario – continua la Coldiretti – risponde infatti alle esigenze di trasparenza degli italiani che, secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle Politiche agricole, in più di 9 casi su 10 considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%).
Ora le confezioni di latte e di burro avranno nuove etichette per aiutare i consumatori a scegliere. Il provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti era già stato annunciato dal premier Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in occasione della Giornata nazionale Coldiretti per il latte Italiano a Milano.
«La richiesta avvenuta a gran voce dai consumatori italiani di indicare l’origine obbligatoria in etichetta – continua Castagnetti – è la riprova di quanto questa conquista sia un successo per la qualità lattiero casearia italiana ed un riconoscimento per l’impegno e la professionalità dei nostri allevamenti. A vincere sono tutte le produzioni di qualità».
Le 1,7 milioni di vacche da latte presenti in Italia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt che – sottolinea la Coldiretti – è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione.
«La scelta di trasparenza fatta in Italia – concludono i vertici di Coldiretti Reggio Emilia – è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015. Rappresenta anche un importante segnale di cambiamento a livello comunitario sotto la spinta dell’alleanza con la Francia che ha adottato un analogo provvedimento».