Ecco un’azienda che adotta le api

A Codemondo, condotta da Annalisa e Veronica

Il grande vescovo di Milano sant’Ambrogio (Treviri, 339 – Milano, 397) in diverse rappresentazioni tiene in mano un favo colmo di miele. Per alcuni il motivo sta nella dolcezza delle sue prediche, che non a caso contribuirono alla conversione di sant’Agostino, per altri nel fatto che paragonò la Chiesa ad un alveare ed i membri delle comunità alle api, che non solo sono in grado di cogliere il meglio da ogni fiore, ma sono anche zelanti e fedeli. Fatto sta che gli apicoltori lo hanno eletto come proprio protettore.
Non meraviglia allora il fatto che una statua del santo campeggi nel laboratorio di due giovani ragazze reggiane, Annalisa Casali e Veronica Matonti, che, in quel di Codemondo, hanno raccolto l’eredità del nonno di Annalisa continuando, come lui ha fatto per tutta la vita, a produrre il delicato nettare.

L’azienda si chiama ‘Api Libere’ ed è giovane come loro essendo nata da poco più di un anno, ma la tipica intraprendenza giovanile le ha portate subito a farsi conoscere non solo in provincia. Infatti, verso la metà di ottobre dello scorso anno, hanno ospitato 15 pellegrini provenienti da diverse parti del mondo, che, partiti da Roma il 30 settembre, avrebbero raggiunto a piedi Parigi alla fine di novembre, in tempo per sensibilizzare i partecipanti alla Conferenza sui cambiamenti climatici sulla necessità di prendere delle rapide decisioni, finché il tempo ancora ce lo permette.

Leggi tutto il testo completo dell’articolo di Giuseppe Maria Codazzi su La Libertà del 22 ottobre

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