Moderazione nell’uso del web

“…Poi, lo sai, non c’è un senso a questo tempo che non dà il giusto peso a quello che viviamo. Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo… Vorrei, ma non posto”.

“Vorrei ma non posto” è stato uno dei cosiddetti tormentoni estivi; come tutte le canzoni rap, denuncia e fotografa un aspetto della realtà che ci riguarda molto da vicino… “Condividere” (sui cosiddetti social network) è diventato per molti aspetti più importante che vivere i propri momenti e le proprie esperienze e questo fenomeno si è allargato sempre più con lo sviluppo – rapido e sempre più sofisticato – delle nuove tecnologie. Si parla largamente di questa nuova realtà e si è ormai compreso bene che non sono le tecnologie in quanto tali ad avere creato fenomeni di massificazione, o una devianza tra ciò che è reale e ciò che è costruito, ma l’uso che noi persone ne facciamo e soprattutto il bisogno che avvertiamo di sentirci sempre “connessi” e “accesi” al mondo, come se spegnere il telefonino o non collegarci a internet significasse quasi spegnere la vita. Il che è abbastanza preoccupante…
Spesso è la solitudine, e un certo senso d’inadeguatezza verso se stessi e verso gli altri, che fa percepire come indispensabile questa “connessione perenne”. Non c’è categoria che sia esente da tali condizionamenti e dipendenze. Ho visto in quest’ultimo anno in numerose scuole, parrocchie e luoghi educativi impegnati con i giovani organizzare campagne di sensibilizzazione, d’informazione e di confronto sull’argomento in questione. Quello dell’uso delle tecnologie è uno dei campi in cui l’adulto viene notevolmente superato dalle nuove generazioni, che sembrano avercelo proprio nel Dna il talento per navigare e comunicare con questi strumenti. L’eccessiva preoccupazione verso questo modo diverso di approcciarsi alla vita spesso annulla la possibilità d’intravedere in questa moderna dimensione comunicativa un’occasione nuova d’incontro e di apprendimento.

Continua a leggere il contributo di Tina Ferrara nella pagina dei Lettori su La Libertà del primo ottobre

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