Chiostri di San Pietro nasce il “laboratorio Aperto”: la città crea risposte nuove ai bisogni sociali e alla domanda culturale.

Dopo la riapertura, qualche anno fa, i Chiostri di San Pietro sono tornati rapidamente nella vita di Reggio Emilia e si sono affermati all’attenzione di un ampio pubblico non solo reggiano, divenendo – quale sede stabile di Fotografia Europea, del cartellone estivo di Aterballetto, di concerti, spettacoli teatrali, mostre ed eventi di forte richiamo – uno dei maggiori luoghi di attrazione, promozione e sviluppo culturale della città.

Sono un luogo diventato patrimonio identitario della comunità, un luogo che i reggiani fin da subito hanno apprezzato e fatto proprio, anche per quel suo ‘non finito’ che ne ha mantenuto lo spirito del tempo.

Non è un caso se i Chiostri sono continuamente oggetto di richieste di utilizzo per eventi da parte di soggetti pubblici e privati: sono un grande teatro a disposizione di tutti.

Ora, confermando la propria vocazione di ‘ponte’ tra storia sedimentata nei secoli e apertura alle sfide del futuro, i Chiostri di San Pietro – complesso monumentale impreziosito dal gesto architettonico di Giulio Romano – si apprestano a vivere una nuova stagione di protagonismo, per potenziare il loro ruolo di polarità urbana in grado di giocare una partita importante sul fronte dello sviluppo della città e della sua attrattività nazionale e internazionale. Ciò avviene con la costruzione di un Laboratorio Aperto, di un percorso di progettazione condivisa per realizzarlo, chiamato “Collaboratorio Reggio2, e con la riqualificazione dei Chiostri di San Pietro.

Tutto questo è stato presentato  nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, l’assessore a Innovazione, Partecipazione e Cura dei quartieri Valeria Montanari, il direttore dell’Area Competitività e Innovazione sociale del Comune di Reggio Emilia Massimo Magnani; Fabrizio Montanari, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Gaspare Caliri di Kilowatt Bologna.

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COSA SI FA AI CHIOSTRI DI SAN PIETRO

Il progetto relativo ai Chiostri di San Pietro riguarda tre dimensioni:

– una dimensione di rigenerazione urbana, legata alla riqualificazione complessiva del bene. Il restauro architettonico del primo piano, la sistemazione dell’area cortiliva, l’abbattimento degli edifici abbandonati (bassi servizi) esterni al complesso monumentale, con la realizzazione di un nuovo edificio, che sarà sede del Laboratorio Aperto e la realizzazione di una continuità spaziale e funzionale aperta fra via Campo Samarotto e via Emilia San Pietro: un intervento che renderà accessibile l’intero complesso per tutto l’anno, un’indiscutibile vantaggio per Reggio Emilia, un’occasione per potenziare l’offerta culturale della città, la relazione sociale e la fruibilità del bene;

– una dimensione di progetto culturale e di marketing del territorio. Già oggi i Chiostri di San Pietro, con Fotografia Europea e le altre iniziative che vi si svolgono, rappresentano un polo di rilevante attrattività, di diffusione culturale e ludica. La scelta è di confermare e potenziare questa vocazione;

– una dimensione legata all’innovazione economica e sociale. Grazie all’abbattimento dei bassi servizi e alla costruzione di un nuovo edificio, verrà realizzato il Laboratorio Aperto che, secondo le indicazioni del Programma regionale Por-Fesr, dovrà costituire il centro propulsore del progetto di innovazione vera e propria.

COSA SARÀ IL LABORATORIO APERTO

OBIETTIVI – Il Laboratorio Aperto sarà:

– un luogo dove si sperimentano metodi e strumenti per produrre soluzioni innovative (in termini di prodotti, servizi, tecnologie, modelli) ai bisogni delle persone e della comunità;

– un luogo dove si genererà impresa e lavoro a partire dall’innovazione nei servizi alla persona e dalla collaborazione fra mondi e approcci differenti;

– un’occasione di incontro tra diversi soggetti e diverse competenze per scambiare conoscenza;

– un’impresa pubblico-privata che, nella fase di start-up, verrà finanzia da Unione Europea, Regione Emilia-Romagna e Comune di Reggio Emilia con l’obiettivo della sostenibilità economica nel tempo.

Il Motore del Laboratorio Aperto sarà la cultura tecnologica  con le sue metodologie di lavoro e i suoi strumenti digitali.

Il Laboratorio Aperto dovrà sviluppare e diffondere il modello reggiano di innovazione sociale e di economia collaborativa, basato sulla cura delle persone e dei beni comuni.

Per innovazione sociale si intende la volontà di affrontare temi e problematiche relativi alle persone e alla comunità con soluzioni innovative, nel processo e nei risultati.

Per  economia collaborativa si intende la possibilità di generare lavoro e impresa a partire da un metodo basato sulla collaborazione, qualunque sia il settore di mercato e produzione in cui si inseriscono le attività.

Per beni comuni si intendono quelle risorse condivise, materiali e immateriali, che possono essere funzionali a generare economia collaborativa e innovazione sociale attraverso forme di gestione condivisa, collaborativa, aperta, democratica.

Il Laboratorio Aperto si occuperà di sperimentare e sviluppare nuove forme di impresa e nuove soluzioni per dare risposta a vecchi e nuovi bisogni. Farà nascere occasioni di lavoro e proporrà modelli alternativi di organizzazione dei servizi, basati sulla collaborazione tra diversi soggetti.

Il Laboratorio Aperto sarà un luogo dove si sperimentano un metodo e strumenti replicabili per produrre beni e servizi innovativi alla persona, per creare relazioni, per diffondere valori e costruire un “linguaggio comune”.

I servizi innovativi alla persona, in particolare, saranno il ‘nocciolo duro’ della missione del laboratorio, perché le persone saranno al centro del progetto.

Per questo svilupperà:

  • sharing economy per generare nuove tipologie di servizi alle imprese o al consumatore, nuove forme di lavoro e impresa basate sulla condivisione;
  • pooling economy per sperimentare nuove forme di servizi alla persona, economia sociale e solidale, produzione e manifattura digitale (artigianale, creativa, cognitiva, culturale), cura e rigenerazione urbana basate sulla collaborazione.

Lo scambio di conoscenza costituirà l’approccio metodologico del Laboratorio Aperto, nella convinzione che la collaborazione tra soggetti diversi generi un valore superiore alla somma delle parti e favorisca la ricerca di soluzioni innovative.

Per questo il Laboratorio Aperto sarà sede d’incontro tra soggetti differenti, ciascuno espressione non solo di un punto di vista, ma anche di uno specifico know how, un luogo dove fare open innovation.

In coerenza con questo metodo di lavoro e per produrre valore per tutta la comunità, la progettazione del Laboratorio Aperto partirà nei prossimi giorni con un percorso di partecipazione, strutturato in fasi e strumenti diversi, chiamato Collaboratorio Reggio.

Il primo passo, la presentazione del Percorso di progettazione collaborativa di Laboratorio Aperto avviene martedì 13 settembre, dalle ore 18, ai Chiostri di San Pietro. Sono stati invitati le numerose associazioni e i portatori di interesse di Reggio Emilia e del territorio, fra cui Asp, attori dell’housing sociale, del volontariato e del privato sociale.

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IL PERCORSO DI PROGETTAZIONE COLLABORATIVA

Collaboratorio Reggio è un percorso suddiviso in più fasi.

L’evento del 13 settembre prossimo è solo il primo appuntamento del percorso di progettazione partecipata che intende coinvolgere tutta la città nelle prossime settimane e mesi per co-progettare la mission e le attività del futuro laboratorio.

Infatti il  Laboratorio Aperto e i suoi obiettivi sono una sfida nuova e complessa. Per questo, l’Amministrazione comunale ha scelto di co-costruire con la comunità il quadro delle possibili strategie e delle risorse da porre nel nocciolo duro delle attività del Laboratorio Aperto, prefigurando il profilo del futuro Laboratorio con il contributo della città, in un Percorso di progettazione collaborativa, promosso dal Comune con il supporto tecnico di LabGov, Kilowatt e dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Dopo la presentazione del 13 settembre, si inizia dunque una fase di ascolto, scambio e condivisione, durante la quale raccogliere le istanze e le idee per ridisegnare i servizi alla Persona, con un’ottica di co-design.

COME SARÀ IL LABORATORIO APERTO

Il Laboratorio Aperto sarà fisicamente un insieme di spazi attrezzati, con soluzioni tecnologiche avanzate, in cui si sviluppano forme strutturate e innovative di confronto, cooperazione e collaborazione tra imprese, cittadini, terzo settore, Università, mondo della ricerca, Pubblica amministrazione e in generale tutti gli attori che hanno un ruolo significativo nella trasformazione della società dell’informazione in ambito urbano.

Il progetto del Laboratorio Aperto di Reggio Emilia gravita attorno a tre assi principali:

innovazione sociale;

creatività;

partecipazione.

L’intenzione è di costruire su questi assi un nuovo modello integrato di co-progettazione e governance tra stakeholder istituzionali e comunità, in modo da costruire con la città singole proposte progettuali, funzionali a soddisfare bisogni ed esigenze collettivi, in una logica di partecipazione e di responsabilità.

IL LABORATORIO APERTO NELLA RIQUALIFICAZIONE DEI CHISOTRI DI SAN PIETRO

L’intervento di riqualificazione del complesso dei Chiostri di San Pietro e il progetto Laboratorio Aperto vengono finanziati  – con 2.200.000 euro per la riqualificazione dell’immobile e 1.250.000 euro per la formazione del Laboratorio Aperto – dall’Unione europea attraverso la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del programma regionale Por-Fesr Emilia-Romagna 2014-2020, Asse 6 ‘Città attrattive e partecipate’, per la crescita economica e l’attrattività dei territori basata sulla partecipazione.

Nel progetto, i Chiostri di San Pietro diventeranno polo e display internazionale nell’ambito della produzione e diffusione di arte, cultura, creatività e innovazione sociale.

Sia nella riqualificazione architettonica in progetto, sia nello sviluppo delle loro potenzialità culturali e sociali, i Chiostri di San Pietro rappresentano due strade dell’Innovazione.

La riqualificazione architettonica è legata a pratiche di rigenerazione degli spazi, pensate per farli diventare sempre più luoghi aperti e di relazione, sempre più Città pubblica (uno degli obiettivi del progetto è proprio quello di aprire i Chiostri, di farli diventare luoghi di transito e incontro, come una piazza) in un’ottica anche di rilancio del Centro storico.

Lo sviluppo delle loro potenzialità culturali e sociali è legato ad un forte processo di innovazione delle istituzioni culturali.

I Chiostri di San Pietro si configurano come nodo fondamentale del Sistema della creatività e dell’innovazione, una importante Rete di luoghi, soggetti e contenuti che vede connessi fra loro palazzo Magnani, palazzo da Mosto, i Chiostri di San Domenico con il Politecnico delle arti, il nuovo Palazzo dei Musei, lo Spazio Gerra.

I Chiostri di San Pietro sono dunque al centro di un progetto di Innovazione nella costruzione e nell’uso della città, di Innovazione nelle istituzioni culturali,  ma soprattutto di Innovazione nel modo di pensare la città e il suo futuro.

Per compiere questo passo in avanti, servono strumenti, intelligenze, competenze e il Laboratorio Aperto servirà per far scaturire e mettere a frutto tutto questo, per costruire Innovazione nella progettazione, nella costruzione e nell’uso della città pubblica, Innovazione nelle istituzioni e nei prodotti culturali e Innovazione sociale. Questa è la nuova vocazione e il nuovo ruolo dei Chiostri di San Pietro.

Non esistono ‘ricette’ codificate e infallibili o esempi replicabili ovunque: l’Innovazione si raggiunge per passi successivi, attraverso l’indispensabile scambio di conoscenza, mettendo al centro la Collaborazione e attraverso essa il ruolo attivo della comunità: si chiama anche cooperazione, un’idea nata non a caso a Reggio Emilia.

A sua volta, il polo dei Chiostri di San Pietro e la sua Rete si inseriscono nel sistema più ampio dei Luoghi e delle competenze per il futuro di Reggio Emilia già individuate dalla Città con l’Amministrazione comunale, realizzate o in fase di realizzazione:

– per l’Attrattività: l’investimento sulla stazione Av Mediopadana, le azioni per l’Arena Campovolo e per il progetto sul Ducato estense;

– per l’Innovazione economica, tecnologica e la conoscenza: il Tecnopolo, il Centro internazionale Malaguzzi, il Parco dell’innovazione e più in generale il lavoro che si sta facendo sull’area Reggiane, il Parco industriale di Mancasale, il Campus universitario San Lazzaro;

– per la Sostenibilità: l’innovazione nella Rigenerazione e nel Riuso dei beni e degli spazi pubblici e privati, nella Riduzione dei terreni destinati in precedenza a nuove edificazioni.