A proposito di «vita contemplativa»…

Spunti di riflessione dalle sorelle del Carmelo di Sassuolo

In occasione della recente uscita (22 luglio 2016) della Costituzione Apostolica di papa Francesco “Vultum Dei quaerere” sulla vita contemplativa femminile, la Comunità del Carmelo di Sassuolo ha pensato di offrire qualche spunto di riflessione a proposito della vita monastica. Lo fa rispondendo ad alcune domande che recentemente le sono state rivolte.

Cosa si intende per vita contemplativa/contemplazione?
Occorre anzitutto chiarire che l’espressione “vita contemplativa” non appartiene al linguaggio antico: il termine è proprio del linguaggio filosofico greco (“contemplazione” si trova solo una volta nei Vangeli e si riferisce allo “spettacolo” della croce, cfr. Lc 23, 48). Gli antichi preferiscono piuttosto l’espressione “vita monastica” soprattutto in riferimento all’etimologia di “monaco”, inteso come “monos”, cioè unità, unificazione di tutta la persona intorno al suo centro che è Dio.
Per quanto riguarda invece il termine “contemplazione”, i Padri orientali ne parlano come di un “organo” della persona, per cui essa è resa capace, per grazia, di accogliere la conoscenza di Dio e di essere da Lui afferrata. In questo senso, contemplazione e teologia coincidono. Non a caso la liturgia greca chiama “teologo” il ladrone crocifisso con Gesù, perché sulla croce lo confessa Signore, in quanto misteriosamente istruito e illuminato dallo Spirito sulla gloriosa identità del Crocifisso.

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COMUNITA'

 



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