Sono migliaia gli agricoltori scesi in piazza per difendere i boschi italiani che a causa del degrado e dell’abbandono sono diventati vere giungle ingovernabili in preda ai piromani con rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica.
L’Italia non è mai stata così ricca di boschi, ma a differenza del passato si tratta di aree senza alcun controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa mettendo a rischio la vita delle popolazioni locali. Una situazione insostenibile per boscaioli e agricoltori che per la prima volta si sono dati appuntamento a Trento in Trentino Alto Adige per chiedere di trasformare i rischi in opportunità e valorizzare il potenziale ambientale, economico ed occupazionale del bosco in un Paese che importa l’80% del legno che utilizza.
Con il gran caldo inoltre scatta anche l’allarme incendi. Sono 600 mila ettari di superficie boschiva della nostra regione, ricorda la Coldiretti di Reggio Emilia, cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni, numeri che la collocano tra le regioni con il più alto indice di boscosità in Italia. Solo il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano copre una superficie complessiva pari a 22.792 ettari.
«In queste aree – commenta Daniele Immovilli, segretario della Coldiretti di Castelnovo ne’ Monti – sono gli agricoltori a presidiare il territorio ed i primi a lanciare allarmi e segnalazioni ed, in alcuni casi, anche ad attivare un primo intervento».
In piazza a Trento è presente l’intera filiera, rappresentata anche da montanari reggiani, dai taglialegna che si sfidano a colpi di segon ai più raffinati artigiani del Made in Italy, ma anche i prodotti del bosco a tavola a rischio di estinzione e le nuove tecnologie per affrontare i boschi più impervi. È già arrivato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo con l’intera giunta nazionale, ma sono attesi il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Vice Ministro del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari Andrea Olivero.