Cirinnà: sabbie mobili nel diritto di famiglia

Alcuni appunti dal convegno tenutosi il 7 giugno all’Università, aperto dal presidente della sezione reggiana Giancarlo Tarquini

Anche gli operatori del diritto tengono famiglia e corrono tra casa e lavoro. Ne sa qualcosa Eleonora Crialesi, segretaria dell’Unione Giuristi Cattolici (Ugci) di Reggio Emilia, che nel pomeriggio di martedì 7 giugno dà avvio col suo saluto al convegno dedicato proprio al tema “Famiglia: normativa vigente e prospettive”, di fronte a colleghe (tante) e colleghi iscritti all’Ordine degli Avvocati riuniti per questo corso di formazione.
Un’occasione per riflettere su ciò che la famiglia sta diventando per effetto della “bulimia legislativa” (così Crialesi) che la investe, all’indomani dell’entrata in vigore – nell’incertezza operativa di sindaci e amministratori pubblici – della cosiddetta Cirinnà, cioè la complessa legge numero 76 del 20 maggio 2016, formata da un unico articolo suddiviso in 69 commi.
Non solo avvocati, nell’Aula magna dell’Università. In prima fila siedono il prefetto Raffaele Ruberto e il vescovo Massimo Camisasca, insieme ad altri cittadini interessati a capire le evoluzioni del diritto di famiglia in uno scenario in cui l’interpretazione normativa ha un peso elevato, con il rischio di arbitrarietà e fughe in avanti.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 18 giugno

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