Fragili e iperconnessi

I giovani: fino a che punto li conosciamo?

I giovani sono coinvolti nella quotidianità in una serie di nuovi fenomeni comportamentali ad alto rischio, senza che il mondo degli adulti, genitori compresi, ne abbia la percezione. Solo quando si verificano episodi degni di cronaca, in quel caso ci si ferma a riflettere sulle cause e sulle possibilità che c’erano di poter evitare il peggio. All’ignoranza sui pericoli da parte dei genitori, si aggiungono spesso comportamenti omertosi, reticenti, di chiusura, di rifiuto del dialogo da parte di ragazzi e ragazze, che si sentono incompresi, che giudicano i genitori (e in generale gli adulti) incapaci di capire il loro mondo complesso e di ascoltare, che trovano risposte solo nel “gruppo”. E proprio il gruppo può oggi disporre di un mezzo molto, ma molto potente: il cellulare, con la gamma di applicazioni social che permette ad ogni giovane di rimanere sempre “connesso” con qualcuno.
Ma purtroppo è proprio il binomio giovani-social che spesso causa enormi disagi e problemi sociali, legali, esistenziali.
Qualche decennio fa, quando uno studente si assentava da scuola, poteva chiamare al telefono uno o due compagni per chiedere compiti e pagine da studiare. Oggi si usa WhatsApp! Con un messaggio si fa la richiesta; il compagno non sta a perdere tempo a scrivere i compiti, ma fotografa la pagina del diario e la invia. Più pratico e veloce, no? Ma qui si può insinuare l’insidia: al messaggio di richiesta si risponde non con la foto del diario, ma con quella delle pagine dei compiti già svolti, inviati quindi per essere copiati! E se in certi casi è negligenza, in altri è ricatto vero e proprio, in quanto è il bullo della classe che, con prepotenza e minacce, costringe il compagno o la compagna a fotografare e inviare i compiti.
Il bullismo elettronico (cyber-bulling) è un fenomeno descritto dalla ricerca internazionale soltanto a partire da circa 15 anni fa. è già molto diffuso e in velocissima espansione ed è legato alle nuove tecnologie. Viene considerato un’evoluzione del bullismo tradizionale ma, pur condividendo con esso alcune caratteristiche, se ne differenzia in molti aspetti.

Continua a leggere il testo integrale del saggio di Mario Colletti su La Libertà dell’11 giugno

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GIOVANI-IPERCONNESSI