Incendio d’amore: liturgia e carità in una Chiesa che ha le porte aperte

Le parole di don Luigi Guglielmi, nel ventennale della sua scomparsa, hanno risuonato in vari modi durante la celebrazione di martedì 10 maggio in Cattedrale in occasione del Giubileo degli animatori della liturgia e della carità presieduto dal vescovo Massimo Camisasca. Dall’inizio della celebrazione di monsignor Daniele Gianotti, sino all’ultima strofa di Canto di Beatitudine, in un clima di ascolto e preghiera, a chi era presente è stata data la possibilità di convertirsi ancora.
L’invito “ad andare contro corrente e metterci a fare quello che abbiamo già fatto tante volte, ma in modo migliore, cioè più preciso e puntuale, più coraggioso e coerente, potenziando il nostro impegno non solo a difendere i valori, ma a viverli” (G. Guglielmi) è venuto da più parti.

Monsignor Daniele Gianotti ha iniziato la sua introduzione leggendo uno scritto di don Gigi, preparato per l’incontro delle Caritas parrocchiali del 1995, concludendo poi con le parole di papa Francesco in Evangelii gaudium. Scriveva don Gigi: “Amo una Chiesa coraggiosa… che celebra belle eucaristie non perché luccicanti di suoni e abiti solenni, di processioni e canti, ma perché vere, perché non si dimentica dei deboli, dei vecchi, dei malati terminali, delle famiglie a rischio, dei giovani che non hanno più ideali…”.

Leggi il testo integrale dell’articolo a cura dell’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia su La Libertà del 21 maggio

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