Realtà di volontariato, per attivare collegamenti concreti
Uno dei dodici scelti da Gesù, Filippo, pescatore di Betsaida, in Galilea, fra i primi ad essere chiamato dal Messia (era già discepolo del Battista), secondo la tradizione nel corso della sua vita compì la missione di apostolato affidatagli dal Maestro anche attraverso l’evangelizzazione dell’odierna Ucraina meridionale; si dice infatti che abbia attraversato l’Asia Minore spingendosi sino alla Scizia (dalle parti dell’attuale Ucraina) quale penultima tappa prima dell’arrivo nella Frigia (la Turchia asiatica di oggi), nella cui capitale poi venne martirizzato.
Proprio pochi giorni fa, il 3 maggio, ne abbiamo celebrato la memoria liturgica nella Messa, accanto a quella di un altro apostolo, san Giacomo il Minore.
Perché – direte – siamo partiti così da lontano? Perché basterebbe forse questo primo punto di contatto su base religiosa – che certamente non è l’unica via possibile, ma sicuramente è tra quelle più significative – per spingere ad approfondire la conoscenza reciproca due culture e confessioni cristiane che aspirano ad allacciare rapporti sempre di più solidi di stima e di amicizia.
Del resto, le occasioni di incontro e di collaborazione fra le rispettive ‘esperienze’ rappresentate da due Paesi quali Ucraina ed Italia, a ben vedere, non mancano.
Per esempio, soltanto qualche settimana fa – per la precisione domenica 24 aprile -, accogliendo l’appello che lo stesso papa Francesco aveva lanciato il 3 aprile, nella festa della Divina Misericordia (andando col pensiero a quanti “più hanno sete di riconciliazione e di pace”), tutte le chiese cattoliche d’Europa si sono mobilitate per rendere possibile una colletta straordinaria a sostegno di quanti – il riferimento nelle parole del Santo Padre era proprio al travagliato popolo ucraino – vivono tuttora “nelle terre sconvolte dalle ostilità” e a quel milione e più di persone che “sono state spinte a lasciarle dalla grave situazione che perdura”.
Significativamente, la data scelta dal Papa per la raccolta dei fondi era quella dell’inizio – in base al calendario giuliano – della ‘loro’ Settimana Santa, che ha avuto poi il suo culmine nella Pasqua di Risurrezione la domenica 1° maggio; in Ucraina infatti i cristiani sono in maggioranza ortodossi, o cattolici di rito bizantino, come quelli che si riuniscono nella chiesa di San Giorgio in via Farini a Reggio Emilia (. . .)
Leggi il testo integrale dell’articolo di Matteo Gelmini su “La Libertà” del 7 maggio
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