E’ già stata presentata a Bibbiano, in un’affollata sala “Renzo Barazzoni” al Metropolis, la possibilità per i bibbianesi di “registrare” la volontà di donare gli organi, contestualmente al rilascio della propria carta di identità. Si tratta di un’operazione molto semplice: al momento del rilascio, l’operatrice allo sportello chiede all’interessato se sia sua intenzione donare gli organi.
A risposta affermativa, provvede a trasmettere al sistema informatico del Centro Nazionale Trapianti i dati della persona, che vanno ad “arricchire” un patrimonio davvero inestimabile. “A due settimane dalla messa a regime di questa nuova opportunità, l’ufficio anagrafe registra 20 assensi alla donazione, almeno la metà di coloro che hanno chiesto il documento. – dichiara il Sindaco Andrea Carletti – Si tratta di una risultato più che positivo, che fa riflettere, ancora una volta, sulla sensibilità della comunità bibbianese e sulla sua capacità di essere solidale”.
Un risultato che sostiene l’ottimismo dei medici ospiti della serata organizzata dalle sezioni locali di AVIS e AIDO, in particolare dai due Presidenti Uber Dallasta e Fernanda Albertini, in collaborazione con l’Amministrazione bibbianese, in cui sono stati presentati i numeri di questo mondo, che fortunatamente sta emergendo. Il numero dei richiedenti, di coloro che attendono con speranza un trapianto, altissimo.
Il numero di coloro che decidono di fare il dono più importante, in vita e anche dopo, che sta finalmente aumentando ma resta sempre troppo basso. Il numero degli insuccessi, per fortuna bassissimo, il numero dei trapianti coronati da successo e da una lunga aspettativa di vita post-trapianto, quasi tutti. A parlarne, il dott. Enzo Capocasale, dell’Unità chirurgica del Centro Trapianti di Parma e il dott. Umberto Maggiore, dell’unità medica dello stesso centro. Con loro, il dott. Francesco Iannuzzella, dell’unità di Emodialisi dell’arcispedale di Reggio Emilia e il dott. Enrico Spallanzani, Presidente Aido di Reggio Emilia.
La professionalità di questi autorevoli relatori, la loro competenza, ha rassicurato i presenti, senza nascondere le criticità di un settore che può e deve certamente crescere ancora. Ma ciò che maggiormente ha colpito tutti è stata la profonda umanità che questi medici hanno saputo trasmettere, interpretando magistralmente un ruolo che necessariamente non è “solo” professione. Ad ascoltarli, a confrontarsi con loro, trapiantati e donatori, tutti insieme, a testimoniare che un dono straordinario come quello di un donatore, è in realtà un gesto semplice. Ed è un gesto che aggiunge, senza togliere. E’ un dono a chi riceve, ma è un dono anche per chi dà.