Una firma vissuta misericordiosamente

Domenica 1° maggio è la Giornata nazionale per l’8xmille alla Chiesa cattolica: la firma sulla dichiarazione dei redditi per aiutare migliaia di progetti di bene

Domanda (retorica): ricordiamo che, grazie a un gesto semplice come una firma sulla dichiarazione dei redditi, ogni anno si sostengono migliaia di progetti di carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, opere di culto e pastorale per la popolazione italiana e 36 mila sacerdoti diocesani? Se non lo ricordiamo, domenica è la volta buona: è infatti la 27ª Giornata nazionale 8xmille.
L’8xmille alla Chiesa cattolica finanzia ogni anno migliaia di progetti per il bene comune e in aiuto dei più deboli (molti sono presenti nella mappa interattiva sul sito www.8xmille.it).
In questa Giornata, le parrocchie sono chiamate a diffondere il messaggio e a comunicare con trasparenza come la Chiesa usa i fondi destinati dai contribuenti italiani.
Lo possono fare parlando con i propri parrocchiani, distribuendo il materiale informativo o anche partecipando al concorso ifeelCUD (si veda a pagina 8).
È una valida occasione per ringraziare tutti coloro che hanno già scelto di destinare l’8xmille alla Chiesa e per continuare a promuovere la partecipazione alla firma.
“Lo diciamo da 27 anni, ma vale la pena ribadire ancora una volta che l’intero sistema nasce da alcuni valori quali la solidarietà, la perequazione, la corresponsabilità. La firma, quindi, rappresenta un gesto consapevole di partecipazione alla missione della Chiesa. È importante ricordarlo ogni anno durante la Giornata nazionale, informando le comunità sulle destinazioni dei fondi affidati alla Chiesa”, afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa.
Una volta tanto, dunque, domenica 1 maggio ascolteremo in parrocchia un appello che non chiede di mettere mano direttamente al portafoglio (perché quella che viene devoluta con l’8xmille è una quota delle imposte sul reddito), pur domandandoci di pensare agli altri in modo misericordioso.

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 30 aprile

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