Erika Sartori, 44 anni, imprenditrice agricola e componente i Consigli di amministrazione della Cantina sociale di Puianello e della Latteria sociale di Roncadella, è il nuovo presidente del settore agricolo e agroalimentare di Confcooperative.
Eletta all’unanimità dal Consiglio, Erika Sartori (prima donna ad assumere l’incarico nella storia di Confcooperative) succede nell’incarico a Matteo Caramaschi, chiamato il 20 febbraio scorso alla presidenza della centrale cooperativa.
Studi in giurisprudenza, sposata, una figlia, vanta una lunga esperienza sia nell’azienda di famiglia che all’interno di cooperative (con particolare riguardo agli aspetti amministrativi e finanziari) e associazioni e consorzi del mondo agricolo. Componente il Consiglio provinciale di Confcooperative e Confagricoltura, dalla fine di marzo è anche membro del Consiglio di presidenza della centrale cooperativa reggiana.
“Il lavoro che abbiamo davanti – ha detto nel suo primo intervento da presidente delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative – deve innanzitutto partire da una ulteriore accentuazione del legame tra prodotti e territorio, perchè il valore aggiunto delle nostre eccellenze risiede proprio nella riconoscibilità di prodotti come il Lambrusco e il Parmigiano Reggiano e del vincolo con un distretto che ha fortemente consolidato tradizioni, investimenti in qualità e innovazione tecnologica”.
Anche per questo, e per assicurare maggior valore alle nostre produzioni tipiche – ha affermato Erika Sartori – all’interno del sistema cooperativo dobbiamo continuare a promuovere forme di integrazione che hanno fatto grandi passi in avanti sul versante produttivo, ma appaiono ancora insufficienti sul piano della commercializzazione”. “Dobbiamo allora puntare – ha aggiunto – a quel diretto rapporto con i consumatori e il mondo della distribuzione dal quale deriva un valore aggiunto che oggi non entra o compone solo marginalmente il reddito delle imprese agricole”.
La neo presidente delle coop agricole ed agroalimentari di Confcooperative, infine, ha posto l’accento su uno sguardo ai mercati che tenga conto non solo degli scenari internazionali (“primaria opportunità per promuovere reale sviluppo”) e sulle nuove abitudini dei consumatori, ma anche su quell’equilibrio tra domanda e offerta che più volte, soprattutto nel comparto lattiero-caseario, è venuto a mancare, con eccessi di produzione ai quali ha sistematicamente risposto un calo delle quotazioni.