Stiamo vivendo nell’epoca dei martiri

Il cristianesimo pare tornare all’origine, alle persecuzioni dei primi tempi della Chiesa. La Domenica di Pasqua quest’anno è stata insanguinata dall’attentato terroristico a Lahore, in Pakistan, dove hanno perso la vita più di 70 persone tra cui 30 bambini; un “crimine vile e insensato”, lo ha chiamato papa Francesco. È un dato di fatto: in un numero crescente di parti del mondo essere cristiani vuol dire rischiare in concreto la vita, ogni giorno. Spesso i mass media – non tutti, per fortuna – relegano queste barbarie tra le brevi di cronaca e balbettano sulla definizione di martirio, la testimonianza cristiana portata fino all’effusione del sangue perché radicata proprio nel mistero di morte e risurrezione di Gesù. È vero che gli scenari internazionali sono complessi e che a volte i moventi religiosi si mescolano a quelli etnici, però è davvero tempo che questa parola – martirio – torni nel vocabolario dell’attualità, e non solo a uso dei giornalisti. Non c’è soltanto il martirio dei credenti in Cristo sotto l’Impero Romano, di cui la cripta della nostra Cattedrale custodisce un monito sublime nelle reliquie dei santi Crisanto e Daria.

Leggi tutto l’editoriale di Edoardo Tincani su La Libertà del 9 aprile

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