Si sa, non tutti i periodi della vita sono sereni e gioiosi… ci sono delle giornate in cui proprio non riesci a pensare positivo, tutto sembra un enorme ostacolo da superare e non si hanno le forze per farlo. C’è un libro che più di altri credo possa rappresentare questo stato d’animo che ogni tanto ci pervade ed è “Virginia Wolf, La bambina con il lupo dentro” di Kyo MacLear e Isabelle Arsenault. Virginia e Vanessa sono due sorelle; un giorno Virginia è di pessimo umore, un umore così nero che non vuole parlare con nessuno e fa strani versi: vuole solo stare in camera sua, niente le interessa e nessuno la fa stare meglio. Virginia addirittura sembra non essere più lei: urla con una voce strana che sembra l’ululato di un lupo, non sopporta i minimi rumori, trasforma ogni su in giù e nulla la fa felice, né dolci né musica né boccacce del fratellino. Vanessa le prova tutte per far passare il malumore alla sorella, ma non riesce; solo sotto le coperte, al buio, la bambina-lupo confida alla bambina-sorella che l’unica cosa che vorrebbe fare è volare fino a Bloomsberry, un posto perfetto pieno di dolci, fiori, alberi e dove la tristezza non esiste. Vanessa allora sa cosa deve fare: mentre Virginia dorme, corre a prendere i pennelli e prova a disegnare quel posto perfetto sui muri della camera. La stanza della sorella si trasforma così in un giardino meraviglioso, ricco di colori, animali, fiori e con una scala e un’altalena per trasformare ciò che è giù in su. La mattina seguente Virginia, grazie a quel dipinto, torna serena e, insieme alla sorella, corre a giocare.
Quando per la prima volta ho letto il titolo di questo libro mi sono chiesta quale storia nascondesse e che tipo di “lupo” avrei incontrato nel leggerlo; si perché il tema lupo nelle storie è molto affascinante e sono sempre alla ricerca di nuove chiavi di lettura e nuove interpretazioni da attribuire a questo personaggio così particolare.
Ispirato al rapporto di sorellanza che ha legato Virginia Woolf con la sorella Vanessa, pittrice, in questo albo, viene affrontato un tema forte ed impegnativo, ma il modo di raccontare questa storia mi ha stupita perché nella sua profondità aleggia una delicatezza e una sensibilità avvolgente. Il linguaggio è semplice – anche se è un testo per bambini più grandi- ma con scelte stilistiche accattivanti: la presenza di alcune parole chiave sottolineate da un tratteggio, frasi in maiuscolo per accentuare il lato da lupo di Virginia, l’uso del nero e della matita per le immagini che si contrappone alla ricchezza di colori del dipinto e dello stato emotivo finale delle due bambine.
Questo testo vuole farci riflettere su cosa significa avere un lupo dentro: una metafora perfetta per descrivere quell’insieme di sentimenti quali la malinconia, la tristezza, la rabbia, il malumore che ogni tanto ci assale, a volte per un motivo solo, a volte per un insieme di motivi e a volte per nessun motivo. Quando arriva ci fa desiderare la solitudine e ci rende muti o ci fa urlare; ed è lì che entra in gioco l’altro, che con tanta pazienza, affetto e dolcezza piano piano riesce a far tornare il sorriso e il buonumore. “Virginia Wolf, La bambina con il lupo dentro” insegna come l’amore, l’arte e il bello possano aiutare a trasformare una giornata nera in una giornata di sole.
Credo che sia importante che i bambini affrontino questo tema anche se complesso e difficile: imparare a riconoscere i sentimenti e i differenti stati d’animo di sé e degli altri è la strategia vincente per poterli poi affrontare e superare!
“Virginia Wolf, La bambina con il lupo dentro” è uno di quei libri preziosi che meritano un posto in libreria, per essere letti di tanto in tanto, magari proprio nei giorni in cui ci si sente un lupo dentro.
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