Alcune note dalla concelebrazione eucaristica dell’11 febbraio in onore della Beata Vergine di Lourdes
L’ultrasecolare devozione dei reggiani alla Madonna di Lourdes è stata evidenziata dal vescovo emerito Adriano Caprioli nell’omelia della solenne concelebrazione eucaristica presieduta giovedì scorso, 11 febbraio, in Sant’Agostino, fulcro cittadino di questa devozione. In questa chiesa, infatti, nel 1912 venne realizzata una copia della grotta di Massabielle. “Amo pensare che prima dei pellegrinaggi alla grotta delle apparizioni, le parrocchie abbiano amato offrire più da vicino l’incontro con Maria, quasi un pellegrinaggio alle porte di casa”.
Di quest’immagine di Maria vicina alla pietà popolare, in particolare ai malati e a coloro che si mettono al loro servizio, una chiave di lettura viene dal brano evangelico delle nozze di Cana, dove sono descritte due coppie: gli sposi che festeggiano le nozze; Gesù e la Madre. Determinante è il ruolo di Maria: aveva dato alla luce il Bambino e ora lo aiuta a nascere alla vita pubblica compiendo il primo miracolo. Al riguardo il celebrante ha citato un’icona della tradizione orientale chiamata “La Madonna del sandalo”: Gesù ancora bambino in braccio a Maria, quando vede alle sue spalle l’angelo della passione, istintivamente stringe le mani della madre, mentre dal piede per lo spavento gli cade un sandalo.
Leggi tutto l’articolo di Giuseppe Adriano Rossi su La Libertà del 20 febbraio
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