Le imprese reggiane possono guardare all’Iran

Potrebbe decisamente impennarsi la domanda proveniente dall’Iran dopo la fine delle sanzioni economiche e finanziarie internazionali che per 10 anni hanno pesato sulle relazioni tra il Paese asiatico e il resto del mondo.

A beneficiarne potrebbe essere, dunque, anche l’economia reggiana, che in questi anni ha mantenuto, pur con le limitazioni imposte dalle sanzioni, buone relazioni con l’Iran, tanto che le esportazioni reggiane – come evidenziano le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio – si attestavano, alla fine del settembre scorso, a 35,5 milioni (+30% rispetto allo stesso periodo del 2014), con una stima che ne indica a oltre 40 milioni il valore di fine 2015.

La revoca delle sanzioni potrebbe determinare, quanto meno, il ritorno ai dati ancor più consistenti che si sono registrati negli anni scorsi, con il picco più alto (oltre 70 milioni) segnato nel 2008, sceso poi a 62 milioni nel 2011 fino a giungere ai circa 40 attuali.

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Attualmente sono una trentina le imprese reggiane che intrattengono rapporti commerciali con l’Iran, Paese che dalla nostra provincia importa in prevalenza prodotti manifatturieri. Oltre 24 milioni, più di tre quarti del totale registrato il 30 settembre 2015, riguardano prodotti della metalmeccanica, in particolare apparecchiature oleodinamiche, di sollevamento e movimentazione, ingranaggi e organi di trasmissione oltre a macchine per impieghi speciali, per la lavorazione dei metalli e per l’agricoltura e la silvicoltura.

Oltre il 16% delle esportazioni della provincia di Reggio Emilia in Iran riguarda, poi, apparecchi elettrici ed elettronici, e dei 5,7 milioni esportati, la maggior parte si riferisce a prodotti informatici (computer, unità periferiche ed altri apparecchi elettronici, per un totale di 2,3 milioni), motori, generatori e trasformatori elettrici (1,7 milioni), elettrodomestici ed altri apparecchi per uso domestico (1,6 milioni).

800mila euro di esportazioni reggiane in Iran, inoltre, si legano a i prodotti chimici quali pitture, vernici e smalti, oltre a fertilizzanti e composti azotati.

Gli articoli in gomma e le materie plastiche, infine, fanno segnare un valore di esportazioni in Iran che sfiora il mezzo milione di euro, cifra che si riscontra per i prodotti ceramici e per gli articoli del tessile-abbigliamento.