Costruire il futuro: imprese tra domanda e offerta di assunzioni

Saper lavorare in gruppo, flessibilità e adattamento, capacità di lavorare in autonomia e di risolvere i problemi: è questo che chiedono gli imprenditori a quanti si candidano a lavorare nelle imprese reggiane.

Non solo conoscenze, dunque, ma anche competenze e abilità trasversali e specialistiche ritenute indispensabili ai fini della ripresa economica e di uno sviluppo che ridia slancio all’occupazione.

Il dato – contenuto nell’indagine Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro sull’occupazione e sui fabbisogni professionali e di formazione delle imprese reggiane – è emerso nel corso dell’incontro “Cartoline dal futuro: nuove professioni per una nuova economia” promosso dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia con l’obiettivo di orientare i giovani, in particolare quelli in uscita dal percorso scolastico, alle scelte future che potranno essere di ulteriore formazione o di ingresso nel mondo del lavoro.

 

Un confronto, in realtà, finalizzato anche ad agevolare il dialogo fra scuola e mondo dell’impresa, reso oggi ancor più cogente dai contenuti della Legge “La Buona Scuola” che garantisce, fra l’altro, l’alternanza scuola‐lavoro a tutti gli studenti nell’ultimo triennio delle scuole superiori.

Come risulta dalle analisi della Camera di Commercio, proprio i periodi svolti in azienda dagli studenti, oltre che dal punto di vista della formazione, sono sicuramente funzionali ad una conoscenza da parte del datore di lavoro: il 56,3% delle assunzioni previste in provincia di Reggio Emilia privilegia, come canale utilizzato per la selezione di personale, proprio la conoscenza diretta, in particolare se sono microimprese, caso in cui la percentuale sale al 62,4%.

Diversa la situazione delle imprese più strutturate, cioè oltre i 50 dipendenti, per le quali sono le banche dati aziendali il principale strumento dal quale attingere candidati (47,6% dei casi).

Relativamente alla formazione, poi, gli imprenditori ne rilevano la necessità nel 71,5% delle nuove assunzioni.

I fabbisogni occupazionali, però, non sempre trovano una completa risposta in quanto offre oggi il mercato del lavoro, e la ragione dell’insoddisfazione degli imprenditori è solo in parte legata alla insufficiente formazione di chi si offre per svolgere mansioni in azienda.

La causa prevalente di questo mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro, infatti, è il gap di competenze collegato alla mancanza della necessaria esperienza o alla mancanza delle caratteristiche personali adatte allo svolgimento della professione.

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Elena Burani, CCIAA Reggio Emilia, Guido Caselli, Unioncamere Emilia-Romagna

 

Altra motivazione rilevante del mancato ingresso nelle aziende è il disallineamento fra domanda e offerta di lavoro. Il 14,1% delle figure professionali ricercate sono indicate dagli imprenditori come difficili da reperire; per la metà di queste, la ragione è la scarsa presenza sul mercato, mentre per l’altra metà è il gap di aspettative, che si verifica quando i candidati hanno aspettative superiori a ciò che viene offerto loro.

Il 20,7% delle figure destinate alle assunzioni previste nelle imprese manifatturiere sono ritenute, dagli imprenditori reggiani, di difficile reperimento: nel 12% dei casi per ridotto numero di candidati e nell’8,7% dei casi per inadeguatezza degli stessi. In particolare si riscontrano difficoltà nei settori maggiormente caratterizzanti l’economia provinciale: industrie meccaniche (33,3% del totale assunzioni), alimentari (22,9%), del tessile-abbigliamento (21,2%), dei metalli (19%) e della gomma-plastica (17,1%). Il tempo medio di ricerca di personale idoneo è di 4,3 mesi, ma nelle industrie meccaniche supera i 5 mesi.

Difficoltà minori sono previste nelle attività del terziario, settore nel quale sono considerate di difficile reperimento il 9,8% delle figure necessarie nelle aziende. La percentuale cresce notevolmente per l’attività di trasporti e logistica (25,5% del totale delle possibili assunzioni) e per le attività di tempo libero e servizi alle persone (13,7%).

La metà delle nuove assunzioni previste in provincia di Reggio Emilia nei prossimi mesi sarà rivolta a laureati e diplomati, percentuale in linea con la media regionale e superiore di un punto a quella nazionale.

Economisti, ingegneri appartenenti ai diversi indirizzi (industriale, elettronica ed informatica, civile ed ambientale), insegnanti, medici e paramedici tra i laureati; ragionieri, meccanici, elettrotecnici, grafici-pubblicitari e diplomati specializzati nell’indirizzo turistico-alberghiero sono gli indirizzi che le imprese guardano con maggior attenzione per programmare le assunzioni da effettuare.

Il 17% dei nuovi ingressi è riservato ai diplomati degli istituti professionali. Relativamente agli indirizzi di qualifica professionale più richiesti, emergono il socio-sanitario, il meccanico, il turistico-alberghiero.

L’analisi dei dati relativi all’occupazione e ai fabbisogni professionali e di formazione delle imprese reggiane presentata oggi è stata curata da Elena Burani, dell’Ufficio Studi, Statistica e Osservatori della Camera di Commercio di Reggio Emilia, mentre Guido Caselli, Direttore del Centro studi, monitoraggio dell’economia e statistica di Unioncamere Emilia-Romagna ha focalizzato l’attenzione sulle nuove professioni.

Oltre ad insegnanti e studenti degli istituti superiori della provincia, all’incontro erano presenti anche numerosi esponenti del mondo associativo imprenditoriale, degli enti di formazione reggiani e delle strutture impegnate nei servizi per il lavoro.