Omelia del Vescovo nella Messa per i Vigili del fuoco

Omelia nella santa Messa per i vigili del fuoco nella solennità della loro patrona santa Barbara.

Caserma di Reggio Emilia, 4 dicembre 2015

Cari fratelli e sorelle,

caro comandante, cari vigili del fuoco, autorità e amici tutti,

siamo qui riuniti per celebrare la festa della vostra venerata patrona, santa Barbara. Questa celebrazione si svolge all’inizio dell’Avvento e, quest’anno in particolare, alla vigilia dell’apertura del Giubileo della Misericordia. Proprio da queste ricorrenze voglio trarre le parole da consegnarvi in questo giorno.

Dalla lettura agiografica appena ascoltata, santa Barbara emerge come una donna riservata e dedita allo studio, ma nello stesso tempo come intrepido difensore della fede davanti alle corruzioni dell’idolatria. Proprio queste sue caratteristiche descrivono bene anche il prezioso compito che voi siete chiamati a svolgere nelle nostre città. Anche il vostro lavoro, infatti, vive nel silenzio e nella riservatezza, nello studio continuo delle situazioni di pericolo a cui, talvolta, i comuni cittadini non badano. Spesso ci si accorge della preziosità della vostra presenza solo nelle occasioni eccezionali nelle quali, grazie al vostro lavoro, tanti uomini e donne vengono aiutati nelle situazioni di emergenza. Anche a voi, come è accaduto alla vostra patrona, è chiesto il coraggio di esporre la vostra vita in difesa dell’uomo. Santa Barbara lo ha fatto mantenendo vivo il fuoco della fede in Cristo. A voi, invece, è chiesto di spegnere i fuochi, quelli cattivi, che non illuminano e non scaldano, ma distruggono e portano la morte.

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Il vostro servizio ci aiuta a comprendere, come ne fosse una immagine, il significato dell’anno della Misericordia che stiamo per celebrare. Cos’è infatti la misericordia? Essa è il fuoco dell’amore divino che con il suo perdono ci accoglie, distrugge i fuochi falsi della nostra vita e ci spinge a donare noi stessi in risposta al bene che abbiamo ricevuto.

Ogni professione, vissuta nella fede in Cristo, è una strada per partecipare al movimento di misericordia attraverso cui Dio continuamente crea il mondo nuovo, la città santa così come è descritta nella prima lettura e nel salmo di questa liturgia: La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. Le nazioni cammineranno alla sua luce… (Ap 21, 23-24) vivono sicuri quelli che la amano; è pace nelle sue mura, sicurezza nei suoi palazzi (cfr. Sal 121, 6-7).

Questa sicurezza di cui parla il salmista è la certezza della presenza di Dio nella storia. Solo questa certezza rende ragionevole l’affronto sereno dei pericoli a cui voi continuamente esponente le vostre vite. La sicurezza materiale per la quale lavorate è immagine di una sicurezza più grande che solo la fede in Dio può donare. Senza questa speranza, di cui voi in un certo senso siete chiamati ad essere propagatori, i fatti tragici che affollano le cronache dei nostri giorni ci immobilizzerebbero. Senza la certezza di un bene ricevuto e per il quale lavorare, come potremmo guardare con fiducia al futuro senza lasciarci scoraggiare dal clima di terrore che da giorni invade tante città della nostra Europa.

Il mio desiderio per ciascuno di voi è che attraverso il vostro lavoro, attraverso la vostra donazione al bene della città e degli uomini, possiate fare esperienza della speranza che proviene da Dio e che sola è in grado di illuminare le nostre fatiche, i nostri successi e anche l’impotenza che talvolta sperimentiamo di fronte alle difficoltà.

Gesù, nel vangelo che abbiamo ascoltato, ci ha invitati ad essere vigilanti, con le lampade accese, pronti ad accogliere la sua venuta. È questo anche il mio augurio di Natale per voi, per le vostre famiglie e per tutte le persone a voi care. Un augurio che desidero esprimere attraverso la preghiera dell’abate Prospero Gueranger a santa Barbara, che abbiamo ascoltato all’inizio della Messa: «Degnati di dare alla nostra lampada la Luce che deve guidare i nostri passi e l’olio che conserva la Luce. Tu sai che Colui il quale è venuto per noi e con il quale tu sei eternamente, si appressa per visitarci; ottieni che nessun ostacolo c’impedisca di andargli incontro. Che il nostro volo verso di lui sia coraggioso e rapido come il tuo; e, che, riuniti a lui, non ce ne separiamo più, poiché Colui che viene è veramente il centro di ogni creatura».

Sia lodato Gesù Cristo.

+ Massimo Camisasca