Sinodalità, esperienza possibile

Firenze: uno stile fecondo portato avanti a piccoli gruppi

Non è semplice raccontare in poche righe l’esperienza di undici reggiani al Convegno Ecclesiale Nazionale, celebratosi a Firenze dal 9 al 13 novembre; di certo, la sorpresa di essere partecipi in prima persona e la sensazione di aver contribuito al cammino della Chiesa italiana accomunano le nostre impressioni. Anche a dieci giorni di distanza dal viaggio di ritorno, dove abbiamo prolungato il piacevole clima dell’incontro appena vissuto, non si spegne il desiderio di condividere la concreta speranza che abbiamo respirato. Ben raffigura lo spirito dell’assise il suo momento inaugurale: da quattro basiliche fiorentine i delegati si sono contemporaneamente incamminati verso la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, in cui i rappresentanti di tutte le Diocesi d’Italia si sono radunati dopo aver fatto memoria del battesimo attraversando l’antistante battistero. A onor del vero, la cerimonia di apertura del lunedì pomeriggio ha mostrato forse più la fatica della comunione tra stili, idee e abitudini diverse che non l’entusiasmo di essere un unico popolo di Dio; ma la stanchezza del viaggio e la naturale titubanza possono ben giustificare questo approccio.
L’atteso intervento del Papa, volutamente programmato all’inizio dei lavori, ha caratterizzato la mattinata del martedì, quando la città si è risvegliata formicolante di convegnisti e di molti altri, posizionati alle transenne fin dalle prime ore.

Continua a leggere l’articolo di Stefano Borghi su La Libertà del 28 novembre

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