«La Libertà», marchio riconosciuto

Un’indagine esterna premia il giornale. Sito e «social» aiutano

Chi passa oggi da via Vittorio Veneto 8/a in città a Reggio e non era presente all’inaugurazione di san Prospero si sarà forse chiesto perché la nuova sede della redazione diocesana (foto: un interno) sia ancora anonima, e come mai nella pregevole composizione di legni antichi (di oltre tre secoli) che affianca la vetrina d’ingresso manchi un tassello. Il motivo è lo stesso per entrambi i quesiti: perché in quello spazio ora vuoto verrà posizionata l’insegna del Centro diocesano Comunicazioni sociali e, come marchio, la scritta La Libertà, secondo la grafica che sarà stata decretata “vincitrice” dalla maggioranza di quanti stanno partecipando al nostro sondaggio (questa settimana lo proponiamo per l’ultima volta; si vota anche on-line).

Per la redazione è stata un’esperienza interessante d’interazione con il pubblico, ma anche un modo concreto per riconoscere la sovranità dei lettori: la preferenza del redattore vale quanto quello di chi si è appena abbonato. In queste settimane si è fatto sentire pure chi, alle cinque proposte pensate in collaborazione con lo studio “Il Granello”, avrebbe preferito la conservazione della grafica attuale. Anche questo è stato un segnale prezioso di affezione, di cui siamo grati. D’altronde l’iscrizione del giornale si è trasformata diverse volte, nei 63 anni della sua esperienza, così come la redazione ha fatto più di un trasloco. In questo caso il cambiamento è contestuale.

Leggi tutto l’articolo a cura dell’intera redazione su La Libertà del 28 novembre

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