L’umano come luogo per la manifestazione del divino: via da seguire
Quale “nuovo umanesimo” in parrocchia? Potrebbe sembrare una domanda non pertinente in quanto la parrocchia dovrebbe essere una comunità di persone che ha cura più dello spirituale che dell’umano, pensa qualcuno; oppure un interrogativo che esprimerebbe il tentativo di far entrare il sacro nel profano, ritengono altri, cercando così di far fronte al predominio del laicismo presente in tutte le problematiche della vita dell’uomo; oppure una provocazione, suppongono altri ancora, che ha l’obiettivo di proporre una visione globale, unitaria della persona umana superando così quella frammentarietà della vita che oggi tanta informazione mediatica, tanta tecnologia, tanta possibilità di consumo stanno portando avanti.
A ben guardare questa riflessione sul “nuovo umanesimo”, invece, potrebbe diventare un colpo d’ala per una società che si presenta “sfilacciata e stanca”, dove le forze positive, pur presenti, non riescono a trovare il modo per esprimersi. Ma anche un input per l’azione pastorale delle nostre parrocchie affinché queste non abbiano a lasciarsi condizionare né dalla formalità dell’agire religioso, né dal successo o meno delle proprie iniziative, né dal plauso per avere edificato strutture più che comunità, né dal contrapporre spirito e materia, chiesa e mondo, né dal voler imporre un sistema fideista del vissuto dell’uomo.
Leggi l’articolo integrale di Giancarlo Gozzi su La Libertà del 31 ottobre
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