Dopo il referendum, è in arrivo una Mozione di iniziativa popolare
Con la vittoria schiacciante dei Sì al referendum abrogativo del 2011, la maggioranza dei cittadini italiani si è opposta alla mercificazione dell’acqua (e dei Beni comuni), abolendo la legge che obbligava a privatizzare i servizi pubblici locali ed eliminando così dalla tariffa la “Remunerazione del Capitale”, per sottrarre la gestione del servizio idrico alle logiche di profitto. Subito dopo, i tentativi di affossare l’esito referendario e impedirne le positive implicazioni si sono moltiplicati.
Gli interessi economici in gioco sono colossali. Sia il Governo a guida Berlusconi che quello a guida Monti ripresentano la legge di privatizzazione abolita dal referendum. Anche sulla decisiva questione delle tariffe si tenta in ogni modo di aggirare il referendum, arrivando a definire a fine 2012 attraverso la AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) un nuovo Metodo Tariffario per l’Acqua, ribattezzato “metodo truffa”, che fa rientrare dalla finestra la Remunerazione del Capitale sotto la voce “Costi Finanziari”, imponendone l’applicazione retroattiva.
Leggi tutto l’articolo di Carla Maria Ruffini su La Libertà del 24 ottobre
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