Il Convegno di Firenze nel cuore della Chiesa

Discorso sull’uomo e su Dio, affrontando il problema del male

Partendo dal volto di Cristo cerchiamo di definire oggi qual è il volto dell’uomo. Questo proposito, attorno al quale ruota il Convegno decennale della Chiesa italiana a Firenze, è dettato dal desiderio di “servire” l’uomo, dato che “l’uomo è la via della Chiesa”, o è richiesto da esigenze interne alla Chiesa stessa? Certo la Chiesa, nella sua apertura al dialogo con l’uomo, ha bisogno di sapere cosa egli ha nel suo cuore, quali sono i suoi bisogni profondi, spesso inconfessati o non percepiti; solo così le parole e i messaggi della Chiesa stessa non si disperderanno nell’indifferenza, ma saranno una risposta attesa dagli uomini e in ogni caso significativa. è anche evidente che, se la nostra società soffre pesantemente della mancanza di un umanesimo esplicito e per ragioni storiche e culturali è ben lontana dal poterne elaborare uno nuovo, chiunque si metta all’opera in questo senso compie un’importante opera di servizio alla comunità civile.
In prima istanza però la Chiesa deve conoscere l’uomo per esigenze interne, perché richiesto dalla stessa fede di cui ella vive. Il nostro Dio infatti non è il Dio impersonale e astratto dei filosofi, ma è una realtà personale che si colloca accanto all’uomo e interagisce con lui, gli parla, lo assiste e alla fine muore per lui. Così Egli non solo si rivela a noi, ma rivela noi a noi stessi. Per capire l’uomo dobbiamo meditare su questo Dio, ma per penetrare nel mistero di questo Dio dobbiamo risalire dall’uomo a Lui. Alla fine il discorso sull’uomo e su Dio dovrebbe diventare un discorso unico.

Continua a leggere il testo integrale dell’articolo di Zeno Davoli su La Libertà del 24 ottobre

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