Quel proto-esodo dei figli d’Israele finito male

Il testo biblico ci tramanda un altro esodo, detto proto-esodo, che a una lettura superficiale può sfuggire. Lo troviamo nel Sal 78,9ss (I figli di Efraim, valenti tiratori di arco, voltarono le spalle nel giorno della lotta) e in 1 Cr 7,21ss (…uccisi dagli uomini di Gad, indigeni della regione, perché erano scesi a razziarne il bestiame. Il loro padre Efraim li pianse per molti giorni e i suoi fratelli vennero per consolarlo). I maestri di Israele, partendo dall’interpretazione di questi due passi, hanno commentato imputando il fallimento ed il massacro avvenuto a Gad dei figli di Efraim al fatto che essi non avessero rispettato i tempi che Dio aveva fissato per l’uscita dall’Egitto, e cosa molto più grave, non avessero prestato attenzione al giuramento fatto a Giuseppe, che quando sarebbero partiti dall’Egitto avrebbero portato con sé il sarcofago con le sue ossa. Commentano i maestri d’Israele: Tutti gli anni in cui i figli di Israele abitarono in Egitto, vi abitarono salvi e indisturbati fino a che non venne Jgnon, figlio dei figli di Efraim, e disse: Si è rivelato a me il Santo benedetto, egli sia per farvi uscire dall’Egitto. I figli d’Efraim con la superbia del loro cuore, perché erano di stirpe regale e forti in guerra, si alzarono, presero le loro mogli, i loro figli e le loro figlie ed uscirono dall’Egitto. Gli egiziani li inseguirono e ne uccisero duecentomila tutti guerrieri, come è detto: I figli di Efraim armati come tiratori d’arco si volsero indietro nel giorno della battaglia [Pirqè de rabbi Eliezer, 48].

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