Un anno dopo l’altro, passando ai baracconi
I baracconi: da una vita me li ritrovo accampati nel viale vicino a casa, puntuali come la pioggia che li accompagna all’inizio di ottobre.
E – complice la malinconia dei primi freddi, delle giornate che si accorciano, della ripresa a pieno regime di tutti gli impegni familiari – ogni volta che vedo i proprietari di camion e roulotte montare le giostre su quei supporti dall’apparenza precaria mi rivedo bambino, nella canonica del vecchio parroco, a ricevere le agognate striscioline dei biglietti gratuiti alla vigilia della festa.
Li elargiva con un sorriso bonario appena finito il catechismo, oppure anche a chi di noi si prestava per recapitare il notiziario della comunità nelle cassette postali dei condomini del quartiere.
Era un riconoscimento per la buona volontà e insieme un invito a festeggiare la sagra insieme alle famiglie.
Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 10 ottobre
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