Cattive notizie dal Centrafrica

La Repubblica Centrafricana è sull’orlo del precipizio di una nuova guerra civile, i caschi blu hanno fatto fuoco sulla folla che marciava per raggiungere il palazzo presidenziale per chiedere le dimissioni della presidente a interim Catherine Samba Panza, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso profonda preoccupazione per la recrudescenza delle violenze interreligiose nella capitale Bangui, riprese lo scorso 27 settembre.

Queste le ultime notizie dal Centrafrica. Sapete quanti articoli o servizi sono apparsi sui quotidiani o nei tg italiani? Zero.
Posso capire che il comunicato di condanna degli attacchi ai civili dei ‘quindici’, con il quale hanno chiesto che i responsabili fossero individuati e chiamati davanti alla giustizia e che le milizie deponessero le armi, non susciti grande interesse ma ignorare del tutto la più grave crisi umanitaria in corso nel mondo, in un Paese in cui si recherà entro poche settimane il Papa, non è solo avvilente, è contro ogni regola e ‘istinto’ del giornalismo.

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A due anni e mezzo dal colpo di stato che ha innescato lo scontro etnico nella Repubblica Centrafricana, a Bangui nell’ultima settimana almeno 40 civili sono stati uccisi da milizie islamiche come atto di ritorsione per l’omicidio di un tassista musulmano attribuito al gruppo anti – balaka, i cristiani che hanno deciso di contrapporsi ai ribelli Seleka. Poco o nulla riescono a fare i caschi blu schierati nel paese, che per disperdere i manifestanti ne hanno ucciso tre. La nuova spirale di attacchi e di omicidi, innescati da mesi di abusi perpetrati impunemente dalla maggioranza etnica islamica ascesa al potere con un colpo di stato nel marzo del 2013, rischia di far deflagrare nuovamente il conflitto civile.
L’escalation di violenze ha costretto a un precipitoso rientro da New York, dove si era recata per l’assemblea generale dell’Onu, la presidente del governo di transizione.

La Samba Panza ha poi annunciato il rinvio delle elezioni fissate per ottobre e che erano già state rinviate lo scorso anno proprio a causa degli scontri tra le due fazioni. La situazione di instabilità per alcuni analisti sul terreno, come padre Aurelio Gazzera, potrebbe far ‘comodo’ a qualche ‘personalità’ interessata a soverchiare le autorità di transizione. Qualcuno potrebbe aver scatenato le rivolte per sobillare la popolazione, che negli ultimi mesi aveva più volte manifestato una grande stanchezza e insofferenza nei confronti del Governo e delle Nazioni Unite, colpevoli di non avere alcuna capacità di analisi tanto meno di progettazione o programmazione né a breve né a lungo termine.
Se a fronte delle violenze contrapposte e del rinvio delle elezioni appare inevitabile il rischio della ripresa del conflitto civile, è altrettanto concreta la possibilità che la visita del Pontefice prevista per fine novembre venga cancellata. Anche se Papa Francesco ci ha abituato a scelte e posizioni affatto scontate.

Antonella Napoli

Testimonianza di padre Aurelio Gazzera, carmelitano, parroco di Bozoum in Centrafrica

Timori e speranze

Da qualche giorno il Centrafrica  è di nuovo in ebollizione. Tra sabato 26 e martedì 29 settembre, nella sola Bangui ci sono stati, secondo l’ONU,  41 morti, 266 feriti. Tutto è cominciato con il ritrovamento di un musulmano assassinato, ed in pochissimo tempo la situazione è diventata incandescente. Uccisioni, spari, furti e vandalismi (moltissime ONG sono state saccheggiate, ed i loro uffici distrutti).  Tutto questo ha causato la fuga da casa di 42.575 persone, che hanno trovato rifugio nei vari campi (parrocchie, conventi, aeroporto) che si sono creati da dicembre 2013…
Proprio adesso che le cose sembravano calmarsi un po’ e che si prospettavano le elezioni, sembra di essere ritornati al punto di partenza…
C’è ancora molto lavoro da fare, in profondità, nei cuori delle persone. 
C’è da ripartire da zero, c’è da programmare a lungo termine, senza lasciarsi sopraffare dall’urgenza dell’immediato, c’è da disarmare seriamente chi non vuole la pace… C’è ancora troppo da fare, e purtroppo ho l’impressione che si sia fatto poco, anche da parte di grossi organismi come le Nazioni Unite.

Anche in altre città molti delinquenti hanno preso l’occasione per saccheggiare, attaccare le prigioni e creare problemi… Qui a Bozoum qualche sparo, qualche minaccia verso le ONG, ma tutto sommato più tensione che altro. Qualche balordo si è permesso di minacciare uno dei nostri bambini, musulmano, al ritorno da scuola! E per questo sono sceso più volte in città per manifestare una presenza, e scoraggiare i malintenzionati.

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padre Aurelio Gazzera

 

Domenica 27 settembre era la festa di San Vincenzo, un santo “enorme”: ha “inventato” la carità. Non nel senso che prima di lui non esistesse, ma nel senso che l’ha vissuta pensandola, sognandola e realizzandola. È lui che organizza ricchi e poveri, nobili e borghesi, uomini e donne ad andare in aiuto a chi è nel bisogno, con amore e intelligenza, dando tempo, denaro e cose, ma soprattutto tenerezza e misericordia, in nome di Dio.

Anche qui a Bozoum ci sono le conferenze della San Vincenzo, e domenica prendo l’occasione per parlare di questo santo e della carità intelligente e amorevole.

Il lunedì mattina celebro la Messa per gli alunni delle nostre scuole. È impressionante vedere tanti, tanti, ma tanti bambini in chiesa! Sono più di 1.200! La celebrazione è molto vivace, e a modo loro lodano e pregano anche i più piccoli dell’asilo!

Le nostre scuole procedono bene, anche con le novità introdotte dagli amici di Siriri, l’Ong di Praga. Una di loro, Ludmila, è rimasta qui per le prime settimane di scuola per aiutare gli insegnanti con i nuovi metodi. Per imparare a leggere, va tutto bene: anche una maglietta dell’Inter (credo) con la scritta Samsung…

padre Aurelio Gazzera