Movimenti popolari: nel sud del mondo ma non solo a fianco di esclusi e poveri

Una mappa dai contorni indefiniti e iniziative molto diverse, in continua evoluzione

Contadini senza terra, famiglie senza casa, lavoratori senza lavoro. Poveri che guadagnano il minimo per la sopravvivenza con il piccolo commercio informale o riciclando alluminio e cartone. Che spesso vivono nelle baraccopoli. Comunità indigene oppresse dalla presenza di multinazionali minerarie, petrolifere, delle sementi ogm, dall’agricoltura su vasta scala, dalle grandi opere pubbliche che devastano senza scrupoli interi territori incontaminati. Popoli e persone che subiscono persecuzioni e violazioni dei diritti umani, che muoiono per difendere la terra, i fiumi, i boschi, il mare o la comunità. Credenti e non credenti. Cristiani, indù, buddisti, musulmani, fedeli delle religioni tradizionali e animiste.
È una mappa dai contorni indefiniti e iniziative molto diverse, sempre in evoluzione, che si estende soprattutto nel Sud del mondo – con una presenza maggioritaria in America Latina, ma anche in Asia meridionale, Africa, Europa e America del Nord -, quella di migliaia di organizzazioni popolari, in rappresentanza di centinaia di milioni di persone escluse dal benessere, dal diritto a una vita dignitosa.

Leggi tutto l’articolo di Patrizia Caiffa su La Libertà del 25 luglio

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