Paraguay, un popolo che ama Francesco

Tramite il Centro Missionario diocesano riceviamo questo articolo scritto da don Michele Chiappo, della Comunità “Redemptor hominis” in Paraguay, dopo il viaggio di papa Francesco.

Il legame di papa Francesco con il Paraguay è intenso, e contribuisce a spiegare perché il Papa abbia voluto includere questo Paese, tra i più poveri del continente, nel suo primo viaggio apostolico in America Latina.
Il cardinal Bergoglio aveva apprezzato i paraguayani come arcivescovo di Buenos Aires, dove sono più di un milione: aveva l’abitudine di recarsi nei loro quartieri, spesso miserabili, e di celebrare con loro la festa della Virgen de los milagros de Caacupé: è quanto ha voluto ricordare lui stesso all’inizio della Messa che ha celebrato a Caacupé, città – e parrocchia, perché qui in Paraguay le dimensioni di una parrocchia quasi sempre corrispondono con quelle di un’intera città – confinante con Ypacaraí, la parrocchia, anch’essa delle dimensioni di una città, affidata alla nostra Comunità Redemptor hominis.
Già prima di essere vescovo, da superiore dei gesuiti dell’Argentina, il padre Bergoglio aveva accolto e protetto alcuni suoi confratelli che dal Paraguay si erano rifugiati in Argentina per sfuggire alle maglie dell’“Operazione Condor”, il piano condotto dai governi di diversi Paesi sudamericani per eliminare gli oppositori, presunti o reali. Aveva conosciuto la storia tragica del Paraguay, e aveva imparato ad ammirare il ruolo che vi aveva svolto la donna paraguaiana, da lui ripetutamente definita “la più gloriosa del continente”, per aver preso su di sé la ricostruzione del Paese e la salvaguardia della cultura e della fede.

Leggi su La Libertà del 25 luglio tutto l’ articolo di Michele Chiappo, della Comunità Redemptor hominis –  di Ypacaraí in Paraguay

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