La legge anti-blasfemia? Anti-cristiana

“Il 14 aprile scorso ho parlato con il presidente Mamnoon Hussain, che si è detto disponibile a trovare un modo per limitare l’uso improprio della legge anti-blasfemia”. Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) monsignor Sebastian Francis Shaw, arcivescovo di Lahore.
Nei giorni scorsi il presule è stato ospite di ACS a Roma, dove ha raccontato la situazione della sua Chiesa a rappresentanti di alcune ambasciate presso la Santa Sede. L’iniziativa è stata promossa da ACS nell’ambito di numerosi incontri organizzati tra testimoni della Chiesa perseguitata, esponenti dell’Unione europea e membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Negli ultimi anni nell’arcidiocesi guidata da monsignor Shaw si sono registrati molti casi di blasfemia ai danni di cristiani, il più noto dei quali riguarda Asia Bibi, la donna cristiana madre di 5 figli in carcere dal 2009 perché accusata ingiustamente di aver offeso il profeta Maometto. La cosiddetta legge anti-blasfemia – corrispondente in realtà ai commi B e C dell’art. 295 del codice penale pachistano – punisce con l’ergastolo chi profana il Corano e con la pena di morte chi insulta Maometto.

Leggi tutto l’articolo di Marta Petrosillo su La Libertà del 25 luglio

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