Parroco nuovo? Parrocchiani nuovi!

Il cambiamento dei parroci non è mai facile: si raccolgono firme e si fanno petizioni. C’è un aspetto positivo in questo: indicano l’attaccamento e la stima verso il parroco. Oggi i preti non godono di grandi riconoscimenti o di soverchia stima, per cui una parrocchia affezionata al proprio parroco, che sente il distacco come un lutto, è consolante.
Ma qual è lo stile dei rapporti all’interno della Chiesa? I preti non sono “battitori liberi” che affrontano individualmente la pastorale facendo riferimento soltanto alle loro doti personali. Essi costituiscono un unico presbiterio accanto al vescovo. È il vescovo che ha la responsabilità prima della pastorale della Diocesi (detta “Chiesa particolare” o “Chiesa locale”). I preti di una diocesi, uniti al vescovo, costituiscono un unico “corpo” che ha, nel suo complesso, la responsabilità di servire tutta la Chiesa locale. A ogni prete viene affidato un compito. Ma, prima, tutti i preti di una diocesi sono responsabili in solido di tutta la Diocesi. Tenendo conto delle necessità dei fedeli e delle attitudini dei preti il vescovo destina ogni prete ai singoli servizi.

Leggi tutto l’articolo di Gianfranco Bertani su La Libertà del 18 luglio

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