A pochi giorni dall’avvio, da parte della giunta comunale di Reggio Emilia, del percorso per l’approvazione della Variante in riduzione delle previsioni di espansione in territorio agricolo, è stato presentato e sottoscritto – nell’anno dell’Expo ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’, dedicata ad ambiente, agricoltura e alimentazione – un altro atto importante, e collegato strategicamente al precedente, in tema di agricoltura in territorio periurbano: il Protocollo per la promozione di progetti e azioni finalizzati a tutelare, sostenere, attivare il lavoro in territorio agricolo.
“Come per la costruzione della Variante in riduzione, che restituisce alla destinazione agricola circa 140 ettari di terreni edificabili – ha detto il sindaco Vecchi – anche per il Protocollo, alla base c’è prima di tutto una forte condivisione dei contenuti da parte dei diversi attori coinvolti: sono atti che stanno insieme, si integrano e non sono frutto di scelte unidirezionali ma largamente condivise. Possiamo parlare, sia per i contenuti sia per il metodo, di un ‘laboratorio’ di pianificazione urbana primo nel suo genere in Italia.
“E’ un cambio di rotta – ha aggiunto il sindaco – perché l’Agricoltura diviene ‘infrastruttura’ di primaria importanza nella pianificazione della città, con piena dignità nella filiera dello sviluppo economico, nella creazione di lavoro e nella tutela di suolo e paesaggio. La pianificazione urbana viene riposizionata su una linea ‘non espansiva’”.
L’assessore comunale Pratissoli ha illustrato i temi principali del Protocollo e ha sottolineato che “tale documento si inserisce in un quadro di scelte amministrative e della comunità reggiana fortemente orientate alla sostenibilità e alla produzione, ad esempio, di energia da fonti rinnovabili in agricoltura, come il Biogas”. Il Comune, ha aggiunto Pratissoli, “vuole introdurre semplificazioni per le aziende agricole da riqualificare e per insediamenti di aziende agricole in zone periurbane. Favorire gli investimenti sull’agricoltura sociale, incentivare la formazione e la passione per l’agricoltura e l’affermazione del territorio agricolo sono obiettivi che ci stanno a cuore”.
DALLA VARIANTE AL PROTOCOLLO: TUTELA E SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA – Con la Variante in riduzione – si prevede di stralciare dal Piano strutturale comunale oltre un milione e 350 mila metri quadrati di aree urbanizzabili in territorio rurale (corrispondenti a circa 610 nuovi alloggi), ovvero al 30% delle previsioni residenziali del Piano per nuove aree di trasformazione – l’Amministrazione ha individuato la rigenerazione del patrimonio esiste come unica opportunità da cogliere per l’edilizia e si propone di rafforzare il ruolo dell’agricoltura come importante player economico. Perciò serve che gli strumenti di programmazione della città si occupino anche di aziende agricole, terreni coltivati e sovranità alimentare. Occorre rivedere cioè la visione urbanocentrica della pianificazione, consegnando all’agricoltura lo spazio e la dignità che merita.
In questa maniera, inoltre, si rafforza la resistenza del tessuto rurale alle pressioni esercitate dalla città: l’agricoltura periurbana può cioè rappresentare uno strumento innovativo di contrasto al consumo di suolo attraverso l’attento progetto e la riorganizzazione dei paesaggi agrari.
Sulla base di questi indirizzi viene promosso un Protocollo di intesa – sottoscritto da Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio, le associazioni di categoria Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Coldiretti e Unione generale coltivatori, il Collegio dei periti agrari e l’Ordine degli agronomi forestali, centri di ricerca e formazione: Crpa spa, Azienda agraria dell’Università di Bologna, Istituto d’istruzione superiore “Antonio Zanelli”, Istituto d’istruzione superiore “Angelo Motti”, Consorzio di bonifica dell’Emilia-Centrale e Slow Food – al fine di sostenere e incentivare una forma di agricoltura urbana che si basi su progetti di filiera corta, in grado di prevedere rapporti diretti tra produttori e consumatori di beni e servizi. Fra le conseguenze di tali azioni, vi è la tutela dei luoghi, aumentandone la qualità, la strutturazione e facendo della campagna periurbana uno spazio integrato in modo virtuoso con la città, andando a costituire una fascia di naturale contenimento di consumo del suolo.
I CONTENUTI DEL PROTOCOLLO – Il Protocollo d’intesa è finalizzato a sostenere e promuove il lavoro agricolo in territorio rurale ed assegna a ciascun soggetto firmatario un chiaro compito da perseguire nei prossimi tre anni, periodo di durata dell’accordo, che è rinnovabile.
Il Comune di Reggio Emilia ha il compito di semplificare la normativa per agevolare e sostenere il lavoro agricolo e i progetti di agricoltura periurbana.
La Regione Emilia-Romagna si impegna invece ad inserire nuovi criteri di selezione dei progetti finanziati con il Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 – ad esempio per l’insediamento di giovani agricoltori, la diversificazione nelle aziende agricole e l’agricoltura sociale in ambito periurbano – a favore del riutilizzo a fini agricoli di aree urbanizzabili riconvertite in territorio agricolo con la Variante in riduzione.
La Camera di Commercio, le Associazioni di categoria e gli Ordini e Collegi professionali si impegnano dal canto loro ad attivare progetti e azioni finalizzati alla promozione territoriale e alla creazione di nuovi strumenti di comunicazione, in particolare attraverso una applicazione che, a partire dalla georeferenziazione delle otre 1.100 aziende agricole realizzata dal Comune di Reggio Emilia nel suo territorio, possa raccontarne la storia ed avvicinare i clienti ai prodotti e servizi che vengono venduti.
Crpa, Zanelli, Motti e Azienda agraria dell’Università di Bologna si impegnano invece a presentare una Carta condivisa per l’agricoltura sostenibile a Reggio Emilia e a promuovere attività di ricerca e studio su azioni e politiche per la valorizzazione del lavoro in territorio agricolo.
Il Consorzio di bonifica dell’Emilia-Centrale si impegna a promuovere interventi di valorizzazione paesaggistico-ambientali collegati alle attività agricole quali la manutenzione del territorio, la costruzione e valorizzazione del paesaggio, l’offerta di servizi alla comunità attraverso l’agricoltura sociale e di prossimità.
Infine Slow Food si impegna a sviluppare progetti su biodiversità, relazioni tra produttori e consumatori, produzione alimentare.
AGRICOLTURA PERIURBANA A REGGIO EMILIA – Il 76 per cento del territorio comunale è a vocazione rurale e di questo il 78 per cento è coltivato. Il territorio rurale è a sua volta suddiviso in territorio agricolo ad alta vocazione produttiva (pari ad oltre il 50 per cento, concentrato a nord e ad est della città), di rilievo paesaggistico (pari al 35 per cento) e ambito periurbano (pari al 15 per cento).
In territorio agricolo sono presenti oltre 1.100 centri aziendali di cui un quarto sono allevamenti.
Promuovere in questo territorio meccanismi tipici dell’agricoltura periurbana significa sostenere ed accelerare dinamiche che sono già in atto, in particolare per quanto riguarda la compresenza di più funzioni produttive ed economiche: dalla produzione, alla trasformazione, vendita e consumo diretto dei prodotti, all’accoglienza e condivisione dell’esperienza produttiva.
Il progetto promosso con il protocollo di intesa intende infatti sostenere dal punto di vista normativo ed economico, tramite specifiche modifiche al Regolamento urbanistico ed edilizio (Rue) comunale e al Programma di sviluppo rurale (Psr) regionale, un modello di agricoltura periurbana conservativa e sostenibile, in grado di contenere l’impiego dei fattori agrochimici di sintesi, produrre “qualità”, garantire forme “leggere” di allevamento biologico attento al benessere degli animali, e svolgere un’importante azione di salvaguardia ambientale.