Il maestro Cappello incanta ed emoziona a teatro

Un teatro gremito, un pubblico attento e silenzioso, un pianista che impressiona per tecnica e presenza scenica, una musica da brividi…

E, poi, dieci minuti di applausi, che hanno salutato la fine del concerto per pianoforte tenuto dal maestro Roberto Cappello al teatro comunale R. Ruggeri di Guastalla. Il musicista ha entusiasmato il pubblico con due ore di esibizione sui capolavori di Caikovskij e di Gershwinn. Una esecuzione perfetta che coniuga leggerezza e vigore, sensibilità e forza. impegno fisico e grande concentrazione. Ma anche una delicatezza straordinaria.

Come da previsione, il concerto al teatro comunale di Guastalla è stato un autentico trionfo. Roberto Cappello ha tenuto due ore di concerto e ha regalato al pubblico del Ruggeri ben 3 bis. Un programma davvero unico e imperdibile, per virtuosimo e ricchezza di contenuti musicali, nel quale spiccano due autentici gioielli della letteratura pianistica: Rhapsody in Blue e An American in Paris, entrambi nella versione per pianoforte solo composta da George Gershwin. Si tratta di due brani estremamente complessi, che richiedono all’interprete non solo grande sicurezza e padronanza tecniche, ma anche un controllo assoluto della timbrica e della sonorità pianistiche, per riuscire a restituire all’ascoltatore, in tutte le sue sfumature, la ricchezza e la vitalità proprie dell’orchestrazione gershwiniana.

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Roberto Cappello (foto Fausto Franzosi)

 

Cappello ha eseguito, nell’ordine, Le stagioni op.37a di Caikovskij, una parafrasi del Pipistrello straussiano di Ernő Dohnányi  An American in Paris e Rhapsody in Blue di George Gershwin. Poi, di fronte ad un pubblico letteralmente inchiodato alle poltrone del Ruggeri, ha voluto regalare a Guastalla ben 3 bis, eseguendo The Man I Love di George Gershwin, una parafrasi del tema del Rosen Kavalier e un Rag time, entrambi di Percy Grainger. In non pochi passaggi sembrava ci fossero più mani a suonare sul bellissimo gran coda Steinway, gentilmente messo a disposizione da Luciano Del Rio di Reggio Emilia, presente fra le prime file della platea.

Il maestro, a fine serata, ha riferito che è rimasto molto colpito dal religioso silenzio in teatro. Ha commentato ‘È segno di grande attenzione da parte del pubblico e non è così scontato anche nei teatri più famosi. Ma è molto bello per chi suona capire che c’è interesse e concentrazione nell’ascolto’. Anche per questo, con grande generosità e nonostante fosse visibilmente provato dall’impegno – di corpo, di testa, di cuore – ci ha regalato tanti bis.

Il nome di Cappello è diventato, per gli amanti della musica e, in particolare, per i professionisti del pianoforte, a dir poco una leggenda. Enfant prodige di origini salentine, dotato di una tecnica e di un virtuosismo strepitosi, vince giovanissimo uno dei più importanti concorsi pianistici internazionali: il Ferruccio Busoni di Bolzano. Successivamente inaugura la stagione concertistica del Teatro alla Scala di Milano, eseguendo l’intero opus dei temibilissimi Studi trascendentali di Liszt. Ma è soprattutto vedendolo ed ascoltandolo dal vivo che si comprende appieno perché sia doveroso definire ogni suo concerto un evento.

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(foto Franzosi)

 

BIOGRAFIA

Nato nel 1951 a Campi Salentina (Lecce), Roberto Cappello ha iniziato gli studi musicali con il padre, imparando a suonare da giovanissimo sia il pianoforte che il violino. A sei anni ha esordito in pubblico presso la prestigiosa Konzerthaus di Vienna. E’ stato subito ospite di importanti società musicali italiane ed internazionali riscuotendo ovunque grande entusiasmo di pubblico e critica. Ha quindi proseguito lo studio del pianoforte con il maestro Rodolfo Caporali presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma dove si è diplomato nel 1974. Lo stesso anno vince il Concorso Pianistico Internazionale “Citta di Senigallia” e “Maria Canals” di Barcellona; nel 1975 il Concorso Nazionale di Treviso e nel 1976 gli è stato assegnato il Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale Ferruccio Busoni, premio che da 25 anni non veniva assegnato ad un pianista italiano.  Invitato ai più prestigiosi festival Internazionali come quelli di Besancon, Spoleto, Stresa, Bergamo, Husum, ha anche tenuto numerosi recitals in Francia, Austria, Svizzera, Germania, Belgio, Spagna, Jugoslavia, Lussemburgo e Ungheria.

Ha inciso i valzer di Strauss nelle trascrizioni virtuosistiche dei più grandi pianisti del passato ed ha inaugurato le stagioni concertistiche della Scala di Milano e del S. Cecilia a Roma con l’esecuzione integrale dei 12 Studi trascendentali di Liszt. Ha registrato l’ intero corpus dei Lieder di Schubert nella trascrizione di Lisz.

Attualmente è direttore del Conservatorio “A.Boito” di Parma.

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(foto Franzosi)