Giovani assetati di vita al «Pozzo di Giacobbe»

“Il Pozzo di Giacobbe” è un cammino di discernimento aperto a tutti i giovani dai 18 anni in su, ragazzi e ragazze, coppie di fidanzati o single, per educarsi a vivere la vita come vocazione ed essere aiutati a comprendere se Dio chiama sulla strada del matrimonio, della vita consacrata o del sacerdozio.
è una proposta del Servizio Diocesano Vocazioni, di cui è responsabile don Alessandro Ravazzini, che ha già attratto tanti ragazzi (come si vede dalla foto di gruppo, in cui è presente una parte degli iscritti). Per aderire al “Pozzo” basta scrivere una mail (entro il 31 agosto) a pozzodigiacobbe.re@gmail.com.
In queste pagine riportiamo una selezione delle numerose testimonianze scritte da chi ha partecipato quest’anno.

L’esperienza di cammino vocazionale del Pozzo di Giacobbe è stata per me davvero un grande regalo. Questi mesi sono stati la possibilità di incontrare alcuni seminaristi, conoscere giovani famiglie, approfondire l’amicizia con altre, e incominciare a vedere una fede concreta, incarnata in uomini e donne che vivono fino in fondo la loro vocazione. Ho avuto la possibilità di cenare, dialogare, entrare in rapporto con loro: ho capito che spendere la propria vita per qualcosa, nella forma di una famiglia o nella vita consacrata, è bello e rende felici. Questi mesi sono stati l’occasione della nascita di amicizie nuove con molti ragazzi e ragazze prima sconosciuti. Anche grazie ad alcune serate di convivenza vissute insieme, con alcuni di loro è iniziato un cammino, un legame più stretto. Il fatto drammatico della nascita al cielo dell’amico Cristian mi ha ridestato il desiderio di una fede grande come era la sua.
La Regola è stata molto utile per un lavoro sulla mia vita e sulla mia fede più quotidiano, non limitato alla giornata mensile del Pozzo a Marola. La lettura del libro mensile proposto, il silenzio giornaliero, il gesto della caritativa, il rapporto col padre spirituale, sono stati gli strumenti per iniziare a…

Leggi questa e tutte le altre testimonianze nello Speciale su La Libertà del 6 giugno 2015

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