“È stata eliminata una grave distorsione a danno degli allevatori, che altrimenti avrebbero dovuto forzosamente iscriversi all’Associazione Italiana Allevatori per non perdere contributi comunitari ai quali, comunque, molti non avrebbero avuto accesso, allevando razze bovine ibride che sono escluse dall’iscrizione alla stessa AIA”.
A pochi giorni di distanza dal ricorso al TAR di Roma da parte di Confagricoltura e Cia, le organizzazioni di Agrinsieme Reggio Emilia (il coordinamento composto dalle due citate organizzazioni agricole, da Confcooperative, Legacoop e AGCI) commentano soddisfatte la decisione della Conferenza Stato-Regioni, che ha modificato la norma sui premi agli allevatori con la quale, appunto, per l’accesso alle provvidenze della UE era prevista l’obbligatorietà dell’iscrizione all’AIA.

“In un momento di grande incertezza e preoccupazione per il mondo agricolo, legata ad una estrema volatilità del mercato e alla cessazione del regime comunitario delle quote latte – spiegano le organizzazioni di Agrinsieme – si sarebbe determinata una pesante discriminazione tra gli allevatori, che avrebbe annullato la possibilità di un intervento universalmente valido per tutti per favorire, invece, i soli iscritti ad un’associazione”.
“Per l’accesso agli oltre 84 milioni di contributi comunitari – conclude il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e AGCI – sono stati identificati criteri che hanno a che fare con l’attività reale degli allevatori e non con la loro appartenenza o meno all’AIA, che avrebbe oltretutto acquisito una posizione di esclusività incompatibile con il diritto degli allevatori di agire autonomamente o di farsi assistere da altre associazioni o professionisti”.