“L’ottimismo alla fine del mondo” al Valli

Cento musicisti dell’Orchestra delle Scuole Medie a indirizzo musicale della provincia di Reggio Emilia, due cori e settanta tra attori, danzatori e performer, professionisti e non.

L’Ottimismo alla fine del mondo, regia di Stefano Cenci, direttore Luigi Pagliarini, sarà il 7 maggio 2015 al Teatro Valli (ore 9.00 e 11.00 riservato alle scuole e ore 21.00 per tutto il pubblico)
Tra palco e buca, affollati anzichenò, gli allievi di Istituto comprensivo Lepido di Reggio Emilia, Istituto comprensivo di Quattro Castella-Vezzano (Scuola Media Balletti), Istituti comprensivi “Correggio 1″ e “Correggio 2”, Archi della Scuola di Musica di Fiesole, allievi
dell’Istituto Musicale Peri di Reggio Emilia e del Coro del Liceo Scientifico – Linguistico Moro di Reggio Emilia, Coro Adorno di Reggio Emilia. E poi ancora Elisabetta Di Terlizzi, Francesco Manenti, Simona Ori, Francesca Ferri, Tiziano Meschieri, Silvia Rossi, Francesca Pace, Andrea Cenci, Hermann Sferlazza, Riccardo Soffritti e gli allievi di Mechanè, Scuola di Teatro di Correggio.

“L’Ottimismo alla fine del mondo” è una farsesca rivisitazione operistica di Del Bene, Del Male, spettacolo sulla imminente fine del pensiero occidentale. Sulla fine del mondo per come lo conosciamo. Sulla chiusura di un ciclo, di un’epoca. Non è una favola. È sotto gli occhi di tutti, da decenni.

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La scena rappresenta una sala da cerimonie di uno sfarzoso palazzo. Pareti con tessuti damascati rossi, pavimenti di marmo, tende dorate e rifiniture bianche. L’orchestra suona rassicurante la musica dal Candide di Bernstein, come fosse accompagnamento di una serata in crociera. La padrona di casa, algida, impassibile ma cordiale accoglie il pubblico mentre un cameriere e una cameriera sistemano il salone per ricevere gli ospiti, a ritmo con la musica e in accordo con la sua sublime eleganza: sedie, fiori, l’illuminazione, i bicchieri. Tutto sembra soavemente perfetto, il migliore dei mondi possibili, tutti danzano, cantano e sospirano leggeri, mentre si compone lentamente la festa, il capodanno del genere umano, l’addio. Candido non ci ha mai creduto in tutto questo splendore, lo sapeva che in fondo, la fine è un grosso sorriso, che inghiottirà tutti. Felici.

Lo spettacolo è strutturato per gironi. Ogni girone è caratterizzato dall’ingresso di nuovi personaggi. I primi ad entrare sono dei vip, ricchissimi, tiratissimi, colti, belli, parlano del bello, citano i classici, amano la vita e colgono l’attimo. Più tardi entrano altri personaggi, ancora più tirati, rigidi, nobili, potenti, grotteschi. Man mano che ci si addentrerà nello spettacolo i personaggi saranno sempre più grotteschi, astratti, allegorici infine, ed è proprio attraverso questa festa in composizione continua che si confuterà il mito dell’ottimismo come punto di vista sul reale, che verranno presentati temi e tematiche del Candide. Alla fine entrerà anche il popolo, il coro e la festa diventerà incontrollata. Sulla scena decine di performer, giovani attori, coro, danzatori, incarneranno una apocalisse grottesca sospinta dalla musica della Osmim (Orchestra delle Scuole Medie a indirizzo musicale della provincia di Reggio Emilia) e l’impero delle nostre certezze, del conosciuto, del nostro modo di intendere il mondo e le cose imploderà, crollando. La scenografia fisicamente crollerà e rivelerà il nudo teatro, la scatola dei giochi, il luogo della fantasia e dell’immaginazione. Ecco, se rinunciamo a tutto quello che siamo, nel bene e nel male, cosa ci resta? Da dove dovremmo ripartire per rifondare questo nostro mondo pieno d’incertezze e orrori? Pura immaginazione.

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la locandina

La parte musicale nasce cresce grazie al lavoro degli insegnanti di musica degli istituti, coordinati dal Maestro Luigi Pagliarini che, oltre a dirigere l’orchestra, cura la riscrittura dell’opera e coordina ensemble e i solisti, coro, cantati, musicisti. La parte regista di questa opera matura da una drammaturgia già esistente di Stefano Cenci che si intitola Del bene del male – la fine del mondo come non l’avreste mai immaginata–  che ha debuttato al Teatro Storchi di Modena nell’ottobre 2012, e che da allora è in tournée con la particolarità di cambiare ed adattarsi in forma sempre diverse, nelle collaborazioni e nel cast, ad ogni tappa, in ogni Teatro o città in cui arriva. Grazie alla collaborazione con la Scuola di Teatro Mechanè di Correggio, ai suoi giovani attori è stato organizzato un laboratorio intensivo del titolo Masterpieces che si terrà l’1, 2, 3 maggio e ne quale verranno creati i nuovi personaggi e le nuove scene esclusivamente per la versione del 7 maggio al Teatro Valli.

Info www.iteatri.re.it