Trasparenza e legalità nelle imprese

Sono cinque, ad oggi, le aziende reggiane ad aver ottenuto il riconoscimento del Rating di Legalità dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Tre di queste sono imprese aderenti a Confcooperative, ed è proprio da quella che sino ad oggi ha ottenuto il più alto punteggio (2 stelle+), la cooperativa sociale L’Ovile, che è nato l’incontro di formazione/informazione su “Trasparenza e legalità nelle imprese” che si è tenuto nella serata di mercoledì 4 marzo con la partecipazione di Paolo Bertaccini Bonoli (partner Trasparncy International e Associazione Ambrosoli di Milano) ed Enrico Bini, Sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Presidente Unione Comuni Appennino Reggiano e membro della Giunta Provinciale con delega alla Legalità e Lavoro.

Giovanni-Teneggi-2015
Giovanni Taneggi

“Un appuntamento – sottolinea Valerio Maramotti, presidente de L’Ovile – nato a seguito dell’indagine “Aemilia”, che ha evidenziato la consistenza delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, e principalmente finalizzato a fornire indicazioni utili alle imprese per evitare qualsiasi forma di contaminazione con pratiche illegali e fenomeni di criminalità organizzata vera e propria”.
Molte, al proposito, le indicazioni venute da Bertaccini e Bini, anche in relazione ai settori tradizionalmente più esposti ai fenomeni mafiosi (dall’edilizia ai trasporti) all’inquinamento di gare e appalti già minati dalle pratiche al massimo ribasso e al diffondersi della pratica dell’usura alla quale la crisi economica in atto ha esposto in modo crescente le piccole e medie imprese.
“Le questioni aperte – ha detto Maramotti – non sono però riferite solo al crimine organizzato: l’illegalità è fenomeno più diffuso e insidioso, che va contrastato con una cultura fondata non solo sul rispetto delle leggi, ma prima ancora sul rispetto di chi subisce le conseguenze di comportamenti che minano la convivenza e anche la competizione”.

È  in questo contesto che il direttore di Confcooperative, Giovanni Teneggi, ha affrontato uno dei grandi rischi che ancora permangono nel nostro territorio e che in passato hanno favorito il diffondersi dell’illegalità e del crimine all’interno del sistema economico: “un approccio culturale – ha detto Teneggi – che dapprima ha dato per scontato che il buon vivere si associasse alla legalità e che ora, sulla spinta di nuove emergenze economiche e povertà allora inesistenti, rischia di considerare “buono” ciò che talvolta l’illegalità produce”, come il “buon” caporalato che dà lavoro, la “buona” evasione che alimenta opere benefiche, il “buon” ribasso d’asta che fa risparmiare anche se fa chiudere imprese e perdere posti di lavoro”.

“Oggi – ha proseguito il direttore di Confcooperative – a Reggio Emilia non c’è una cooperativa di logistica che trovi un appalto realizzabile nel rispetto dei contratti nazionali e non esiste più alcun riferimento alle tabelle dei costi incomprimibili per la sicurezza, che è legge dello Stato”.
“La crisi economica non può costituire un alibi rispetto a questi fenomeni, e di fronte a tale situazione – ha aggiunto Teneggi – occorrono azioni decise per stroncare l’illegalità, ma è altrettanto necessario non solo essere in regola con le norme, ma promuovere e sostenere la legalità” ”Proprio per questo – ha concluso il direttore di Confcooperative – siamo impegnati a fianco delle nostre imprese anche con servizi finalizzati a certificare i loro corretti e responsabili comportamenti, così come a denunciare ogni atto illegale e ad alimentare il coraggio della denuncia laddove le imprese e i loro soci e lavoratori scontano il peso di irregolarità e crimini”.

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