Lunedì 9 marzo, alle ore 19.15, nella chiesa di Madonna di Sotto a Sassuolo, si celebra la Messa nell’Ottavario della morte di don Achille Lumetti. Pubblichiamo qui un suo ricordo a firma del cugino Luciano Rondanini:
La scomparsa di don Achille lascia in ognuno di noi un vuoto incolmabile. In queste ore molti ricordi della sua straordinaria esistenza si affollano nei nostri cuori. Sono i ricordi di un sacerdote che da oggi cammina sui prati erbosi delle immense distese del Cielo. È in compagnia delle persone a lui più care: il fratello Remo, la sorella Iose, il papà Silvio e l’adorata mamma Gemma.
Don Achille è stato per tutti noi un fratello più che un cugino: il filo che ha tenuto insieme con la sua presenza la grande famiglia dei nonni Pietro Paglia e Cecilia Casini, dal matrimonio dei quali sono nati 9 figli, 5 maschi e 4 femmine. Questi numeri però si sono ben presto pareggiati, perché Francesco, il figlio più giovane, è stato portato via dalle gelide folate del vento della steppa russa, in un tragico inverno di guerra del 1943, a soli 22 anni.
La famiglia dei nonni Pietro e Cecilia si è nel tempo arricchita dalla nascita di ben 25 nipoti; purtroppo 8 di questi ci hanno lasciato. L’ultimo è don Achille che pure aveva conosciuto, ancora giovanissimo, il lacerante dolore della perdita del caro fratello Remo, morto quando non aveva ancora compiuto 30 anni.
Don Achille ha tenuto insieme questa grande famiglia, segnando con la sua partecipazione i nostri momenti più belli, soprattutto il giorno delle nostre nozze, tutte da lui celebrate, insieme all’ immancabile don Umberto che col fratello facevano una coppia straordinaria di sacerdoti.
Don Achille possedeva qualità uniche e molto rare. È stato innanzi tutto, un “portatore di gioia”: la sua presenza, i modi di rapportarsi con le persone esprimevano un fascino che andava dritto al cuore. Capace di uno sguardo grande, profondo, amorevole che lo avvicinava ai giovani in un modo naturale e inimitabile. Un autentico pastore che sapeva leggere nei suoi fedeli il grande messaggio di Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me!”. Amava i piccoli e i ragazzi come pochi altri, in modo spassionato, generoso, incondizionato.
Don Achille aveva un cuore immenso e un’innata saggezza imparata fin da piccolo in famiglia e nella comunità di San Cassiano.
Ma era anche un uomo e un prete di elevatissima cultura. Cultura religiosa, ma anche letteraria, storica, politica, narrativa.
Sì, è stato uno schietto affabulatore, un tessitore di dialoghi piacevoli, un organizzatore instancabile, espressione di quella cultura popolare alla quale era legatissimo. La cultura di chi lavora duro con serietà e generosità e nella cerchia dei cugini aveva solo l’imbarazzo della scelta. Infatti, ognuno di noi ha costruito la propria esistenza pezzo per pezzo, rimboccandosi le maniche, senza mai indietreggiare di un passo davanti alle avversità e alle contrarietà che la vita riserva. Erano queste le persone alle quali lui voleva immensamente bene e di questo noi gli saremo grati per sempre.
Era un uomo di cultura soprattutto perché la sua parola era, allo stesso tempo, semplice e profonda. Risuonano ancora nella nostra mente le rievocazioni degli zii, delle zie e dei nostri cari nella Messa dell’ultimo addio, che lui ha sempre officiato. Erano dei piccoli grandi capolavori, vere e proprie pennellate dell’ artista che usava la parola come il pittore stende i colori sulla tela.
Oggi è per tutti noi un giorno triste; ci è venuto a mancare un amico sincero, autentico, vero.
Ci consola il fatto che questa cappa opprimente è rischiarata dalla sua luce e dalla sua bellezza.
Abbiamo perso un cugino ma guadagnato un angelo che continuerà a starci vicino nella gioia e nel dolore. Un angelo custode che non mancherà di prenderci per mano nei momenti del bisogno.
Desidero condividere questo ricordo con gli amatissimi don Umberto e padre Romolo e con Silvia che ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia così meravigliosa.
Grazie, Don Achille, per la bella eredità che ci lasci e per ciò che ancora continuerai a donarci.
Luciano Rondanini